Nel 2025 entreranno in vigore nuove limitazioni al transito di veicoli industriali lungo l’asse del Brennero, a causa dei lavori di manutenzione straordinaria del ponte austriaco di Lueg. Per stimare il costo di queste restrizioni, Uniontrasporti ha realizzato uno studio, presentato il 4 novembre 2024 alla Camera di Commercio di Bolzano. La ricerca considera diversi scenari, che prevedono un aumento dei costi che varia da 174 a 640 milioni di euro, a causa del maggior tempo impiegato da merci e persone per raggiungere dall‘Italia le destinazioni finali Oltralpe, e viceversa.
Il direttore di Uniontrasporti, Antonello Fontanili, spiega che “la capacità naturale di transito del Brennero è già stata ridotta in questi anni di oltre il 50% da decisioni austriache contro le quali si è mosso da tempo il nostro Governo. Le ulteriori restrizioni, determinate dai lavori sul Ponte Lueg, appesantiranno la situazione con riflessi negativi sia sui flussi turistici sia su quelli commerciali. E potrebbero portare numerosi partner a interrompere contratti e relazioni con le nostre imprese, con il rischio di non tornare indietro una volta completate le opere”.
Secondo Uniontrasporti si possono ridurre le conseguenze di questi interventi con misure specifiche: lasciare aperte al traffico due corsie del ponte per 365 giorni l’anno e sospendere il divieto notturno di transito dei veicoli industriali almeno durante l’esecuzione dei lavori. “Tra l’altro questa misura assicurerebbe un flusso veicolare più fluido, più sicuro e meglio distribuito durante l’intero arco della giornata, con positive ricadute anche ambientali”, precisa Fontanili. Infine, servirebbe un utilizzo più efficiente dell’aautostrada viaggiante, estendendola e potenziandola fino a Trento.
Lo studio ipotizza nel primo scenario una riduzione della capacità di transito lungo l'autostrada del Brennero del 50%, con la disponibilità di una sola corsia per senso di marcia. Questa situazione, benché rappresenti un compromesso che evita la chiusura totale, avrebbe un impatto significativo sul trasporto merci. Circa il 90% del traffico commerciale resterebbe sull'asse autostradale, affrontando però tempi di percorrenza più lunghi e costi operativi maggiori, stimati in 93,5 milioni di euro all'anno.
Il restante 10% del traffico pesante verrebbe deviato verso altre rotte alpine, quali i passi del Gottardo, San Bernardino e Tarvisio. Tali deviazioni comporterebbero ulteriori costi e sfide logistiche, considerando che la Svizzera applica una tassazione elevata sul traffico commerciale. Anche la ferrovia del Brennero registrerebbe un lieve incremento del traffico merci, pari al 4%, ma la saturazione della linea limita le possibilità di uno spostamento significativo dal trasporto stradale a quello ferroviario.
Il secondo scenario è quello peggiore, in cui l'autostrada del Brennero viene completamente chiusa al traffico, con il contemporaneo divieto di utilizzo della strada statale B182 per i veicoli pesanti. In questo contesto, gran parte del traffico commerciale si trasferirebbe sulle rotte del Tarvisio, del Gottardo e del San Bernardino, affrontando però aggravi di tempi e costi considerevoli. Le tasse elevate sui transiti in Svizzera e l'aumento della distanza percorsa peserebbero sulle aziende, con un costo stimato di 327,3 milioni di euro all'anno per il solo settore del trasporto merci.
Il trasferimento del traffico sulla ferrovia del Brennero aumenterebbe, ma la linea è già prossima alla saturazione e non sarebbe in grado di assorbire in modo efficiente l'aumento della domanda. Inoltre, i veicoli leggeri si riverserebbero in massa sulle strade secondarie come la B182, che non è progettata per gestire tali volumi di traffico, creando ulteriori disagi alla popolazione locale.