L'affaticamento degli autisti dei veicoli industriali è un problema non solo per gli stessi interessati, ma anche per la sicurezza di tutti gli utenti della strada. È una questione internazionale, al punto che il 21 giugno è celebrato come giornata mondiale contro l’affaticamento degli autisti. In Europa, la federazione degli sindacati dei trasporti European Transport Workers' Federation ha mobilitato gli aderenti per attuare iniziative nazionali. Vi aderiscono quindici sigle nazionali, tra cui le italiane Filt Cgil e Uiltrasporti.
Gli altri Paesi aderenti sono il Belgio (Acv-Csc, Btb-Abvv e Csc Services Publics/Acv Openbare Diensten), la Germania (Ver.di), la Gran Bretagna (Unite the Union), la Romania (Slt), la Francia (Unsa Transport), la Bulgaria (Fttub), l’Austria (Vida), la Spagna (Ccoo), la Slovenia (Nsds), il Lussemburgo (Lcgb) e i Paesi Bassi (Fnv).
Tra le azioni organizzate per il 21 giugno 2024 ci sono la distribuzione di volantini agli automobilisti nelle aree di parcheggio, incontri con le autorità nazionali, discussioni con i datori di lavoro. Il 21 giugno è scelto perché è il giorno più lungo dell’anno e ciò, spiega l’Etf, “sottolinea il fatto che per gli autisti professionisti ogni giorno può sembrare il più lungo”. La federazione ha anche pubblicato uno studio su questo fenomeno, intitolato Driver Fatigue Study, da cui emerge che l'affaticamento dei camionisti nasce prevalentemente da cattive condizioni di lavoro.
Si tratta in prevalenza di orari di lavoro prolungati, basse retribuzioni, scarsa qualità dei risposi. La ricerca mostra anche che il sessanta percento degli autisti europei di veicoli industriali guida regolarmente in uno stato di stanchezza e oltre uno su due avrebbe voluto fermarsi per questo motivo, senza però riuscire a farlo.
Nella giornata mondiale di affaticamento dei conducenti, l’Etf focalizza l’attenzione su tre elementi: aree di parcheggio, strutture di riposo e inclusione di genere. Nei primi due casi, la sigla evidenzia la carenza di aree sicure e fornite di servizi per gli autisti. Ciò “contribuisce in modo significativo all’affaticamento dei conducenti, privandoli del riposo essenziale”.
Per quanto riguarda la parità di genere, l’autotrasporto è ancora molto lontano da questo obiettivo: “Gli sforzi per attirare più donne nel settore sono ostacolati da queste cattive condizioni di lavoro, dalla mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata e dallo stato insicuro e inadeguato delle aree di parcheggio”, spiega l’Etf.