È noto che la Russia ha adottato alcuni meccanismi di triangolazione per esportare e importare le merci per e da Paesi dell’Unione Europea. Nell’ambito delle esportazioni, per esempio, si è scoperto che petroliere russe hanno trasferito carichi in navi di altri Paesi al largo delle coste (molto usate sono quelle greche). Ma anche il trasporto stradale è usato, soprattutto per importare in Russia merci provenienti dall’Unione Europea.
Una delle strade usate per questa triangolazione è il confinante Kazakistan, che formalmente ha aderito alle sanzioni comunitarie ma che nello stesso tempo deve mantenere buone relazioni con Mosca e fa parte dell’Unione Economica Eurasiatica. A metà settembre 2022, Astana ha dato una stretta a questo meccanismo applicando un provvedimento che fornisce maggiore chiarezza sul flusso delle merci.
Secondo il quotidiano russo Izvestiya, a settembre i doganieri kazaki hanno fermato al confine otto autoarticolati russi carichi di merci comunitarie. Lo hanno fatto in virtù di una norma che impone la presentazione di due documenti da parte di un autotrasportatore straniero per attraversare il confine tra Kazakistan e Russia. Il primo deve certificare il luogo di origine delle merci e il secondo dove è stato caricato il camion arrivato in Kazakistan.
Questa norma serve anche per favorire gli autotrasportatori kazaki ed è stata accolta favorevolmente dalla locale associazione di autotrasportatori Atameken. Essa afferma che i camion kazaki hanno solo il 31% degli autotrasporti internazionali che interessano il Paese e che avrebbe potuto toccare il 10% a causa della triangolazione per la Russia. Il nuovo provvedimento, invece, spingerà le merci sui camion kazaki.