Dopo ripetute sollecitazioni e minacce di clamorose azioni di protesta da parte delle associazioni dell’autotrasporto, il ministero dei Trasporti ha convocato le sigle il 16 febbraio 2025. Al centro della riunione ci sarà il taglio di 75 milioni alle risorse strutturale per la categoria, emerso nella Legge di Bilancio 2025, fatto peraltro senza alcun confronto, come spiega Paolo Uggè, presidente di Unatras: “Un taglio drastico che colpisce un settore già in difficoltà e fa venire meno tutte le aspettative che il settore nutriva dopo i vari incontri con il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. Una situazione inaccettabile, che mina lo stesso principio di concertazione. Unatras, che ha il dovere di tutelare gli interessi della categoria che rappresenta, vuole vederci chiaro”.
Oltre al taglio dei fondi, Unatras vuole risposte anche sugli investimenti tecnici concordati col Gabinetto del ministro, ma che sono ancora nei cassetti ministeriali. “Non dimentichiamo poi la questione ancora aperta del nuovo Codice della Strada, che ha introdotto norme che complicano ulteriormente l’attività delle imprese di autotrasporto, senza recepire le istanze che avevamo avanzato. Sarà un confronto rispettoso, come nella nostra tradizione, ma franco e senza sconti”, aggiunge Uggè.
Sulle risorse, Confartigianato Trasporti rilancia chiedendo cento milioni l’anno per gli incentivi sul rinnovo delle flotte. “Con la pubblicazione sul sito di Ram della graduatoria delle domande di incentivo per gli investimenti effettuati nel 2024 dalle imprese di autotrasporto emerge con chiarezza quanto Confartigianato evidenzia da tempo a tutti i tavoli governativi ed in ogni occasione pubblica: artigiani e pmi vogliono investire e decarbonizzare rinnovando il parco veicolare, riducendo le emissioni inquinanti e assicurando sicurezza stradale e sociale”, afferma l’associazione in una nota diffusa il 14 febbraio
La richiesta di Confartigianato Trasporti parte dai dati del recente “click day” per le richieste dei contributi, in cui i fondi disponibili sono esauriti in pochi minuti, escludendo numerose imprese dal beneficio. Confartigianato spiega che “a fronte di oltre un migliaio di richieste di incentivi pervenute, solamente il 20% risultano ammesse a contributo, dunque appare evidente che lo strumento del bando investimenti Mit (così come è congegnato) è da ripensare ed efficientare, perché anche se risulta molto richiesto dagli operatori, la maggior parte di essi non riesce ad accedervi, col rischio che diventi poco attrattivo nel prossimo futuro”.
Il presidente dell’associazione, Amedeo Genedani aggiunge che “è necessario che il Governo aumenti la dotazione finanziaria complessiva per gli investimenti nel rinnovo mezzi prevedendo fondi ad hoc per almeno cento milioni di euro all’anno, se si vuole davvero accompagnare le imprese altrimenti la completa transizione ecologica del settore rischia di rimanere una chimera”.
Intanto un’associazione dell’autotrasporto, Trasportounito, ha già avviato un calendario di proteste e lunedì 17 febbraio attua una manifestazione di camion a Roma, la secondo dopo quella di Napoli a dicembre 2024. “Siamo l’unica associazione a protestare probabilmente perché siamo l’unica organizzazione datoriale che assiste realmente gli imprenditori mantenendo coerenza totale e assumendosi i rischi per la difesa del nostro settore, dei nostri associati, delle loro famiglie in coerenza con le idee che stiamo sostenendo ormai da diversi anni”, afferma il segretario generale Maurizio Longo. Per saperne di più, potete leggere l’intervista di Trasportounito a Longo.