L’autotrasporto eccezionale dovrebbe entrare in una nuova era con l'entrata in vigore delle nuove linee guida che – dopo alcuni rinvii – il Decreto Milleproroghe 2025 ha stabilito per il 30 marzo 2025. Per diventare operative, le nuove linee guida hanno dovuto attendere l’esito dei lavori del Tavolo Tecnico, istituito al ministero dei Trasporti nel 2023 con l’obiettivo di definire un piano nazionale per razionalizzare il trasporto eccezionale, bilanciando esigenze industriali, sicurezza e tutela infrastrutturale. Vale la pena di ricostruire la sua storia, che riflette le complessità di un Paese che fatica a conciliare logistica moderna e vincoli territoriali.
Bisogna premettere che fino al 2021 la disciplina dei trasporti eccezionali - regolata dall’articolo 10 del Codice della Strada - era integrata da linee guida regionali spesso discordanti. Le Regioni adottavano protocolli differenziati per l’autorizzazione al transito, creando un mosaico normativo che rallentava le procedure e aumentava i costi per le imprese. Un esempio emblematico è la Delibera XI/1341 della Regione Lombardia del 2019, che tentò di armonizzare i criteri per i corridoi dedicati, ma senza un coordinamento nazionale.
Con il Decreto Legge 146 del 2021, convertito in Legge 215 dello stesso anno, il legislatore introdusse l’obbligo per il ministero dei Trasporti di adottare linee guida nazionali entro luglio 2022, con lo scopo di uniformare i criteri di sicurezza e compatibilità infrastrutturale. Il Decreto Ministeriale 242 del 2022, firmato dall’allora ministro Enrico Giovannini, fu il primo tentativo di rendere sistematica la materia, definendo protocolli di verifica per carichi fino a 108 tonnellate, procedure semplificate per le autorizzazioni e standard tecnici per la valutazione della stabilità di ponti e viadotti. Tuttavia, l’entrata in vigore delle linee guida fu posticipata quattro volte a causa delle pressioni di alcune associazioni di categoria, che denunciavano l’impreparazione delle infrastrutture e la carenza di risorse dedicate.
Il 29 settembre 2023, con l’approvazione del Decreto Legge 132 - convertito in Legge 170 - venne istituito formalmente il Tavolo Tecnico presso il Mit. Ne fanno parte rappresentanti del ministero dell’Interno e dei Trasporti, enti proprietari delle strade come Anas, Comuni e Province, associazioni di categoria, nonché Regioni e Città Metropolitane. Il Tavolo ricevette il mandato di redigere entro il 30 ottobre 2024 un Piano Nazionale articolato su più direttrici, tra cui l’individuazione di corridoi dedicati, la semplificazione amministrativa, la revisione delle normative esistenti e il finanziamento degli interventi infrastrutturali.
Nella prima fase dei lavori, tra novembre 2023 e marzo 2024, il Tavolo condusse un’analisi georeferenziata della rete stradale, identificando oltre duecento punti critici su viadotti e gallerie non idonei a sostenere carichi superiori alle 86 tonnellate. Parallelamente, furono avviate consultazioni con le imprese logistiche per mappare le rotte prioritarie, con un focus particolare sui collegamenti tra i distretti industriali del Nord-Est e i porti del Mediterraneo.
Da aprile a settembre 2024, la discussione si concentrò sulla ridefinizione delle linee guida, introducendo deroghe per i trasporti legati alla transizione energetica, come le pale eoliche, e stabilendo standard per i requisiti per le scorte di sicurezza. Sul piano finanziario, il Piano prevede che il 60% degli oneri per l’adeguamento infrastrutturale gravi sugli utilizzatori dei corridoi, attraverso un sistema di contributi a carico delle imprese di trasporto.
Al febbraio 2025, il Piano Nazionale è in fase di revisione giuridica finale, con l’obiettivo di pubblicare i Decreti attuativi entro giugno. Le principali novità includono dodici corridoi dedicati, tra cui il Corridoio Adriatico, che collega Trieste a Bari, e il Corridoio Tirrenico, tra Genova e Napoli, con limiti di massa elevati a 108 tonnellate. Sarà inoltre introdotto un portale unico per le autorizzazioni, integrato con sistemi di localizzazione satellitare obbligatori dal 2026.
Il Piano prevede anche uno stanziamento di 450 milioni di euro dal Pnrr per il potenziamento di quasi novanta viadotti. Nonostante i progressi, permangono divari regionali nell’implementazione. La Lombardia ha già adeguato il 70% delle sue strade provinciali, mentre Calabria e Sicilia risultano ancora in forte ritardo. Inoltre, le associazioni di categoria contestano l’eccessiva onerosità dei contributi, che rischiano di aumentare i costi del trasporto del 15-20%.
Nel prossimo quinquennio, il Tavolo Tecnico dovrà affrontare tre sfide principali. La prima riguarda l’armonizzazione con le Direttive UE, poiché l’Italia dovrà recepire entro il 2026 il Regolamento UE 2024/789 sui trasporti transfrontalieri, che impone standard di sicurezza più stringenti per i carichi superiori a 120 tonnellate. La seconda questione riguarda la digitalizzazione, con l’implementazione del sistema di telecontrollo satellitare obbligatorio, che richiederà investimenti per 200 milioni di euro nelle flotte. Infine, la sostenibilità sarà un punto chiave, con l’integrazione di criteri ambientali nelle autorizzazioni e il privilegio per i mezzi ibridi o a idrogeno.