Anche nel 2024 alcune aree di sosta per veicoli industriali sono state usate da società di autotrasporto internazionale come parcheggi per lasciare i loro camion durante le festività natalizie, mentre gli autisti sono stati trasportati nei Paesi di origine. Lo ha dimostrato in Belgio il sindacato Btb-Abvv con un’indagine svolta in una quarantina di parcheggi del Paese. Secondo il portale Pitane.blue, il sindacato vi ha trovato decine di camion stranieri – in prevalenza con targhe dell’Est e del Portogallo – lasciati fermi per più giorni mentre i loro autisti sono rientrati nelle rispettive residenze per le vacanze.
Secondo il vice-segretario del sindacato, Tom Peeters, molti di questi veicoli svolgono trasporti per conto d’imprese belghe, che usano gli autisti stranieri per non applicare le retribuzioni, più alte, di quelli belgi. Si tratterebbe quindi di dumping sociale. Il sindacato aggiunge che parte di questi autisti stranieri restano all’estero per periodi prolungati, fino a cinquanta settimane l’anno, a volte trascorrendo anche il riposo settimanale sul veicolo.
Il presidente di Btb-Abvv, Frank Moreels, chiede alle Autorità belghe, e in particolare il servizio d’investigazione sociale Siod, maggiori controlli sulle normative nazionali e comunitarie relative al cabotaggio e ai tempi di guida e riposo. Il fascicolo raccolto dal sindacato mostra che fenomeno del “parcheggio natalizio” interessa sia aree di sosta pubblica sia piazzali privati d’imprese di autotrasporto belghe. Ricordiamo che lasciare il veicolo in un Paese straniero non è più un illecito, dopo una sentenza della Corte di Giustizia Europea che impone il rientro del solo autista. Ma per il sindacato questo è un segnale del dumping sociale, che resta invece un comportamento irregolare.
Il fenomeno dei "parcheggi di Natale" non è limitato al Belgio. Ricerche di altri sindacati europei, come l'Etf (European Transport Workers' Federation), hanno mostrato la presenza di pratiche simili in altri Paesi. L’Etf ha denunciato in precedenza presenza di camionisti provenienti dall'Asia centrale che lavorano in condizioni di sfruttamento nell'Unione Europea. Un rapporto pubblicato dalla fondazione olandese Rtdd, che si occupa di migliorare le condizioni di lavoro degli autisti, ha documentato l'impiego di questi lavoratori in condizioni precarie e con salari al di sotto degli standard europei.
La diffusione di queste pratiche di dumping sociale ha spinto l'Iru e l'Etf a sottoscrivere una dichiarazione congiunta in cui si impegnano a collaborare per migliorare le condizioni di lavoro degli autisti provenienti da Paesi terzi che operano nell'UE. Anche la Confederazione Europea dei Sindacati (Ces) ha avviato un progetto di ricerca sulle "società di comodo" per comprendere meglio il problema e sviluppare raccomandazioni concrete per contrastarlo. Questo progetto, che coinvolge diverse federazioni sindacali europee, mira a documentare le conseguenze pratiche dell'utilizzo di queste società fittizie e a proporre soluzioni per garantire il rispetto dei diritti dei lavoratori e la concorrenza leale nel settore dei trasporti.