Il 13 settembre 2024 è terminato il tour del #trucktuttonero, rientrato alla base dopo aver attraversato l’Italia per sensibilizzare la politica e l’opinione pubblica sulle reali condizioni di lavoro che i conducenti di mezzi pesanti sono costretti ad affrontare ogni giorno. L’intero evento si è svolto in maniera pacifica e non sono mancate, durante tutto il percorso, manifestazioni di stima e ringraziamenti da parte di chi, casualmente o di proposito, ha incrociato il camion e ha potuto scambiare idee e riflessioni con i suoi organizzatori, che hanno seguito il tir a bordo di un motorhome.
Come raccontato alla redazione di Trasporto Europa durante una tappa del viaggio, molti conducenti, alla vista dell’autoarticolato, si sono avvicinati al suo equipaggio portando delle vere e proprie richieste di aiuto e chiedendo di rimanere nell’anonimato per paura di ritorsioni o di perdere il posto di lavoro. L’equipaggio ha anche raccontato delle difficoltà affrontate nel trovare un’area di sosta attrezzata durante la tappa siciliana, con aree di servizio distanti fino a 170 chilometri l’una dall’altra e spesso inutilizzabili a causa delle pessime condizioni igieniche in cui versano.
Significativa e simbolica è stata anche la tappa alla Italtrans di Calcio, nel bresciano, teatro di numerosi e recenti scioperi indetti dai lavoratori a causa dei salari bassi e delle turnazioni insostenibili. Il camion ha poi visitato l’area dell’interporto di Novara mostrando le condizioni di lavoro dei conducenti del settore intermodale, costretti a sostare in parcheggi di fortuna, senza nessun servizio e in alcuni casi anche contromano.
Come spiegato in un intervento online di Domenico Lizzi, presidente dell’Associazione Willy e da poco nominato delegato presso il Dipartimento Welfare e Enti Caritatevoli della Lega per la Regione Lazio, una soluzione per permettere agli autisti di sostare in sicurezza durante la notte sarebbe quella di utilizzare gli ampi parcheggi dei centri commerciali, che però nella maggior parte dei casi vietano questa pratica. Oggi il numero delle aree attrezzate, non solo in Italia ma in tutta Europa, è assolutamente insufficiente nonostante il contesto di carenza generale di autisti.
Il tour ha anche mostrato una delle strutture più note e apprezzate aree di servizio in Italia, “La Rigossa”, nelle vicinanze del casello Valle Rubicone sull’autostrada A14, dotata di ampio parcheggio, servizi igienici, docce e cucina aperti h.24. Un’oasi nel deserto oppure un punto di partenza da emulare per costruire una rete di servizi che garantiscano a tutti i conducenti l’irrinunciabile diritto alla salute e alla sicurezza.
Durante il tour non sono mancati gli interventi di Mario Zotti, segretario nazionale dell’associazione sindacale Fnilt-Cse, ha potuto sperimentare in prima persona l’inadeguatezza e i controsensi della Legge CE 561/06 che regola le ore di guida, di impegno e di riposo degli autisti ma che, nella realtà del conducente, finisce spesso per comprometterne la qualità del riposo, aumentando lo stress e riducendo la sicurezza sulle strade.
Nel tour si è parlato anche del dispositivo Man-down, che potrebbe salvare la vita a decine e decine di autisti contribuendo a fermare quella strage silenziosa di decessi in cabina. Si è parlato di welfare, di rimborsi pasto, di sanità integrativa e di tutti quei diritti spesso negati a chi ha scelto la professione di conducente. Si è parlato della tratta di esseri umani, importati come merce dai luoghi più disparati del mondo e messi al volante di mezzi pesanti.
Ma gli organizzatori sono anche riusciti a passare dalla parole ai fatti. È infatti arrivata la conferma che il Dipartimento Welfare e Enti Caritatevoli della Lega per la Regione Lazio, su interesse del Capo Dipartimento Claudio Lozzi, ha conferito agli organizzatori del tour l’incarico ufficiale di scrivere un disegno di Legge che sarà poi portato all’attenzione del Parlamento italiano. La fine del tour rappresenta quindi l’inizio di una nuova sfida, quello di riformare il comparto trasporti riconferendo legalità, sicurezza e dignità alla professione di autista.
Marco Martinelli