Anita, Confetra (tramite Fisi), Fai Conftrasporto, Confartigianato Trasporti, Fita Cna e Trasportounito firmano un comunicato unitario, caso raro nell'autotrasporto. A compattare queste sigle è la vicenda dell'Ilva, il colosso siderurgico che da mesi non sta pagando i fornitori, tra cui spiccano le imprese di trasporto. Dopo i blocchi dei piazzali attuati nei giorni scorsi, il Governo ha riunito ieri le associazioni, mettendole a confronto con i commissari straordinari della società Corrado Carrubba e Enrico Laghi. Il ministro era rappresentato dal Responsabile dell'unità per la gestione delle vertenze delle imprese in crisi, Giampietro Castano.
Gli autotrasportatori hanno illustrato le preoccupazioni delle imprese, che vantano crediti prima della dichiarazione di amministrazione straordinaria (che potrebbe azzerare le posizioni pregresse) e che sono incerte sul futuro delle attività. Quindi, le sigle hanno chiesto al Governo di rappresentare le richieste della categoria attuando provvedimenti straordinari, anche di tipo fiscale e finanziario, per assicurare alle imprese di autotrasporto la necessaria liquidità per operare e garantire così la prosecuzione anche dell'attività del gruppo siderurgico.
Il rappresentante del Governo ha comunicato che in Parlamento sono stati presentati emendamenti al Decrete Legge Ilva che qualificherebbero gli autotrasportatori come creditori strategici, dando quindi loro una priorità nel recupero del credito. Al termine della riunione, le associazioni hanno dichiarato che "in assenza di provvedimenti concreti da parte del Parlamento e del Governo, le imprese non saranno nelle condizioni di poter assicurare i servizi di trasporto".
Ma la risposta del Governo non sembra soddisfare la base. Oggi, gli autotrasportatori che stanno bloccando da alcuni giorni lo stabilimento Ilva di Novi Ligure (Alessandria) hanno annunciato che proseguiranno la protesta.
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