L’inchiesta avviata dal 2018 dalla Polizia della regione danese dello Jutland nei confronti dell’azienda di autotrasporto Kurt Beier Transport è finita nel Tribunale di Sønderborg il 10 maggio, con l’inizio del processo contro quattro suoi dirigenti, tra cui il titolare, accusati di sfruttamento degli autisti, soprattutto filippini e cingalesi. L’accusa formale è di usura aggravata, che in Danimarca è applicata anche in questi casi e che comporta condanne che possono arrivare ai sei anni di carcere. Dopo la conclusione dell’indagine, i magistrati hanno stabilito a ottobre 2020 il rinvio a giudizio per ventisei casi di sfruttamento. Gli autisti coinvolti ora lavorano per altre aziende, oppure sono tornati al Paese d’origine, ma alcuni hanno già annunciato una causa di risarcimento, che si aggiungerà a quella penale ora in corso.
Secondo l’accusa, che si basa sulle testimonianze degli autisti, i lavoratori immigrati dovevano guidare i camion per retribuzioni di 15-20 corone l’ora, pari a circa 2-2,7 euro. Secondo l'accusa, ciò significa che gli autisti erano pagati almeno 6000 euro meno di quanto previsto dal contratto, abbattendo i costi di almeno quattro milioni di corone danesi (circa 538mila euro). Inoltre la società li aveva alloggiati in container o in rimorchi umidi e poco puliti. L’inchiesta è iniziata dopo una denuncia del sindacato danese Fagbladet 3F sulle condizioni di vita di duecento autisti nel campo di Padborg, situato in territorio danese vicino al confine con la Germania. Il verdetto è atteso per agosto.