Si parla spesso di cabotaggio stradale e dell'influsso negativo che ha, soprattutto quello illegale, sull'autotrasporto italiano, ma finora manca una fotografia recente su questo fenomeno. L'unica rilevazione italiana è svolta dall'Istat, che compie stime sulla base di questionari che invia alle imprese. "Ma il limite di queste informazioni è che riguardano il passato e non il presente", ha detto Massimo Marciani – presidente del comitato tecnico dell'associazione Aicpr sul trasporto merci e logistica - al convegno organizzato a Verona il 25 gennaio dall'Albo degli Autotrasportatori. Proprio per colmare questa lacuna, il Comitato Centrale dell'Albo ha commissionato all'associazione una ricerca sul cabotaggio terrestre in Italia.
Tenendo conto che ogni giorno circolano in Italia migliaia di camion con targa estera, svolgere questa ricerca non è stato facile. Se vogliamo limitarci ai soli punti d'accesso, bisogna considerarne un'ottantina, tra valichi alpini, porti, trafori, autostrade e strade. "Il primo passo è stato ridurre questo numero a una cifra statisticamente significativa", prosegue Marciani. "Abbiamo quindi analizzato le statistiche ufficiali sui flussi di traffico e abbiamo rilevato che in soli sedici punti d'accesso transita il 92% di tutti i veicoli industriali stranieri che entrano o escono dall'Italia".
Il secondo passo della ricerca è la rilevazione vera e propria. Per farla, per sei giorni consecutivi del personale ha presidiato 24 ore su 24 tali punti d'accesso, contando i veicoli con massa complessiva superiore a 3,5 tonnellate e di ciascuno rilevando nazionalità della targa del trattore e del semirimorchio (perché spesso sono diverse). Inoltre, gli operatori hanno intervistato circa 2800 autisti stranieri, chiedendo loro quando sono entrati in Italia (se stavano uscendo) quando dovevano uscire (se stavano entrando), la tipologia di merce trasportata, il peso del carico se pieni.
Al termine della rilevazione, l'Aipcr ha analizzato i dati traendo così un quadro in tempo reale del cabotaggio stradale in Italia. Al convegno ha anticipato alcune informazioni, mentre nei prossimi giorni rilascerà dati più completi. Dalla ricerca emerge, per esempio, che nel giorno medio attraverso il Brennero transitano tre veicoli industriali su quattro con targa straniera. Un altro dato interessante mostra che i veicoli che si fermano più tempo sul territorio nazionale (oltre 13-14 giorni per viaggio) entrano dai porti.
Gli autisti che dichiarano di essere rimasti in Italia più di sette giorni dopo il loro ingresso con un trasporto internazionale sono circa il sei percento del totale, ma la stessa Aipcr ritiene che questo sia un valore inferiore a quello reale. Molti autoarticolati hanno trattore di una nazione e semirimorchio di un'altra e la maggior parte di questi ha targa dell'Europa orientale. In particolare, la ricerca mostra che molti di quelli che restano in Italia più di sette giorni hanno trattore rumeno e semirimorchio di altra nazionalità; questa configurazione è stata vista non solo lungo la direttrice tra Italia e Romania, ma in tutti i punti d'accesso.
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