Dopo gli autotrasportatori, che già da qualche settimana hanno avviato la vertenza contro l'Ilva per ottenere i pagamenti arretrati, ora è l'intero indotto dell'acciaieria a fermarsi. È una vera e propria serrata contro l'Ilva da parte di aziende che stanno accumulando crediti sempre più elevati con l'azienda e che rischiano di chiudere, compromettendo tremila posti di lavoro. La ha decisa un'assemblea dei fornitori, organizzata da Confindustria dopo il passaggio dalla gestione commissariale e quella straordinaria, regolata dalla Legge Marzano, imposta da un decreto legge emanato alla fine di dicembre 2014. All'iniziativa hanno aderito anche Confersercenti, Casartigiani, Cna, Confartigianato e Confapi.
La Legge Marzano apre una procedura concorsuale, che potrebbe azzerare tutti i crediti dell'industria siderurgica o comunque rendere incerta la loro riscossione. Perciò, l'indotto chiede modifiche al decreto sull'Ilva, per evitare la chiusura delle imprese, che occupano circa tremila persone. Così, da oggi i fornitori hanno sospeso la consegna di materiale e le prestazioni lavorative, Già da qualche giorno non approdano alla banchina dell'acciaieria le navi con le materie prime e l'Ilva ha fermato gli altiforni, tre colate continue, due zincature ed altre lavorazioni.
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