Luglio è iniziato con due giorni di passione nell’area di Genova, causata da intasamenti prima in autostrada e poi all’imbocco del porto che hanno fermato per ore centinaia di veicoli industriali. Non è una novità in una regione del da due anni è semi-paralizzata dai cantieri autostradali sorti per controlli e interventi a viadotti e gallerie attivati dopo il crollo del ponte Morandi. Ma ora pare che la soglia di sopportazione sia stata superata, almeno quella degli autisti che il primo luglio sono rimasti in fermi in un grande ingordo che ha coinvolto le principali autostrade. Trasportounito afferma che in una di queste code, sull’A7 ad Arquata Scrivia, i camionisti siano scesi dai veicoli, minacciando di lasciarli per strada.
Il giorno successivo l’ingorgo si è trasferito in città, all’ingresso del porto di Genova. In questo caso non c’entrano i cantieri, ma inconvenienti al terminal Sech, che ha fermato i camion prima sulla strada Guido Rossa, poi sullo svincolo di Genova Ovest e infine sino a Bolzaneto, sull’A7, con ripercussioni anche sull’A10 e sull’A12. Su questo evento sono intervenute Trasportounito e Fai Conftrasporto. La prima ricorda che questo non è il primo caso di blocco di un terminal e qualche giorno fa un caso simile avvenne al Calata Bettolo. Ciò avviene a causa dell’aumento degli sbarchi dei contenitori e dell’inadeguatezza delle infrastrutture a terra per accoglierli. Trasportounito chiederà all’Autorità portuale di Genova, in un incontro che si svolgerà lunedì 5 luglio, di adottare provvedimenti simili a quelli in corso alla Spezia, dove l’Autorità ha stabilito standard minimi di servizio per il funzionamento dei varchi e la regolazione del traffico su gomma in entrata e in uscita.
Fai Conftrasporto chiede un intervento immediato del Governo, definendo le autostrade liguri “un girone dantesco” e ammonendo che “si rischiano disordini: gli autisti sono allo stremo e non abbiamo l'alba di una programmazione dei cantieri”. Il presidente di Fai-Conftrasporto Liguria Davide Falteri, chiede al ministro del Mims (ex Trasporti) Enrico Giovannini di “vedere di persona” le condizioni di lavoro “prima che sia troppo tardi”. Fai vuole uno strumento condiviso per programmare i cantieri e intanto chiede l’esenzione dei pedaggi.