Negli ultimi tre mesi del 2022 l’autotrasporto europeo ha innestato la retromarcia sulle tariffe, dopo due anni di costante crescita spinta dalle conseguenze della pandemia. Ma ora iniziano a prevalere quelle della guerra in Ucraina. Lo mostra il rapporto trimestrale redatto da Iru, TransportIntelligence e Upply, secondo cui nel quarto trimestre dell’anno le tariffe medie europee per viaggi spot sono scese mediamente del 2,4% rispetto al trimestre precedente, mentre resistono ancora le tariffe contrattuali (+04%).
Secondo gli analisti, “il calo dei tassi spot europei è il risultato di un basso picco di domanda dovuto all'inflazione, che ha spinto la fiducia dei consumatori a livelli record. L'inflazione dell'area dell'euro ha raggiunto il picco del 10,6% in ottobre e la fiducia dei consumatori dell'area dell'euro ha raggiunto un minimo storico di 95,1 punti a settembre con un miglioramento trascurabile per tutto il quarto trimestre del 2022”. I comportamenti dei consumatori sono stati influenzati soprattutto dall’aumento dell’energia e dei generi alimentari, con una riduzione dei consumi nel periodo natalizio. Inoltre, il livello della produzione in Francia e Germania è rimasto sotto i valori prepandemici.
Nello stesso tempo, l’autotrasporto è sotto pressione non solo per l’aumento dei costi, primo tra tutti quello del carburante, ma anche perché deve soddisfare i nuovi standard tecnologici, ambientali e di sicurezza da parte dei consumatori e dei Governi. Nel quarto trimestre del 2022, il prezzo medio del gasolio è aumentato del 21,5% rispetto a gennaio 2022 ed è pesato sugli autotrasportatori nonostante le misure di sostegno prese da alcuni Governi europei (che però termineranno nel 2023).
Per i 2023, gli analisti prevedono un rallentamento nella domanda di trasporto merce su strada, che dovrebbe restare comunque in positivo (+1,1%) seppure con un tasso minore rispetto al 3,4% del 2022. Contro le prospettive di una decrescita ci sono la contrazione dell’inflazione e la mancanza, finora, di una “crisi energetica estrema”. Però i costi dovrebbero restare elevati, almeno nel primo semestre, anche se è difficile prevedere quelli del gasolio. Nel complesso, pare probabile una tendenza a un’ulteriore contrazione delle tariffe rispetto a un loro aumento.