La mattina del 10 gennaio 2024 decine di camion hanno manifestato sulle strade che circondano le principali città rumene, tra cui spiccano Bucarest, Bacău, Buzău, Cluj, Suceava, Oradea e Costanza. Nella capitale il corteo di veicoli pesanti è iniziato alle 9.00 in quella che appare come una protesta sorta sui social network, fuori dalle tradizionali sigle dell’autotrasporto. Si stanno mobilitando soprattutto le piccole imprese, che non riescono più ad affrontare l’aumento dei costi, soprattutto dell’assicurazione e dei pedaggi, non potendoli ribaltare sulla committenza.
Le imprese che svolgono trasporti internazionali lamentano lunghi tempi di attesa alle frontiere, che non dipendono solo dal fatto che la Romania non è nell’area di Schengen, ma anche dai controlli sui documenti del trasporto svolti in maniera massiccia dalle Autorità. Inoltre, nei punti d’ingresso del Paese i veicoli sono spesso pesati e gli autotrasportatori affermano che non sempre queste pese forniscono risultati corretti, paragonandoli a quelli rilevati in altri Paesi. Non sarebbe neppure tollerata la tolleranza sui piccoli eccessi di peso e dimensione, come previsto dal Regolamento comunitario 1100/2008.
Un altro provvedimento contestato è l’obbligo, introdotto il primo gennaio 2024, d’installare sui veicoli industriali un sistema di localizzazione collegato al ministero delle Finanze, che in questo modo vuole controllare il tragitto delle merci nell’ambito della tassazione di quelle in ingresso. Tutto ciò avviene in un contesto di carenza di autisti, anche perché molti rumeni preferiscono lavorare all’estero, dove hanno retribuzioni superiori. Per ora la protesta è a tempo indeterminato.