La notizia è rapidamente girata tra i principali quotidiani del Lazio: la società di autotrasporto Pigliacelli Autotrasporti che ha sede a Veroli, in provincia di Frosinone, ha ricevuto un’interdittiva antimafia dal Prefetto di Frosinone, Ignazio Portelli. La decisione è arrivata dopo alcuni accertamenti svolti dalla Guardia di Finanza e dai Carabinieri su presunti collegamenti tra la società e la criminalità organizzata di Caserta. Nell’interdittiva, il Prefetto spiega che “sono stati acquisiti utili elementi, per ritenere sussistente il pericolo della continuazione dei rapporti con la criminalità organizzata tendente a condizionare le scelte e gli indirizzi”, aggiungendo che “alle attuali dimensioni della Autotrasporti Pigliacelli contribuiscono anche le attività in comune con i Ventrone, i Caturano e i Di Nuzzo”.
I rapporti non riguarderebbero le attività di autotrasporto, ma la società Cave Dolomitiche di Ailano, in provincia di Caserta, e nel consorzio Truck Village Colleferro. I rapporti riguarderebbero famiglie i cui esponenti sono ritenuti contigui al clan dei Casalesi o persone con precedenti penali. Non risultano comunque aperte inchieste giudiziarie sulla società o su i suoi vertici e azionisti. L’interdittiva non impedisce alla società di proseguire le sue attività, ma fino a quando è in vigore non le permette di stipulare contratti con la pubblica amministrazione.
Il quotidiano Il Messaggero riporta una dichiarazione di un portavoce della Pigliacelli, secondo cui “a oggi i rapporti sono praticamente nulli. Quelli indicati, sono rapporti vecchi di decenni che, tra l’altro, hanno generato grandi perdite alla nostra azienda. In altre parole, stiamo parlando di società inattive. Tra l’altro, quando si hanno rapporti di lavoro, è difficile sapere chi c’è dall’altra parte; quale è il loro passato e con chi (a loro volta) hanno rapporti”.