Il 17 febbraio 2025 l’associazione degli autotrasportatori Trasportounito chiama a raccolta - per la seconda volta in poche settimane – gli autotrasportatori di tutta italiana per un corteo di camion che lunedì 17 febbraio 2025 potrebbero raggiungere Porta Pia, dove c’è la sede del ministero dei Trasporti. Il condizionale è ancora obbligatorio, perché l’associazione sta trattando con la Questura romana i dettagli della manifestazione.
I suoi motivi, invece, sono ben chiari e li spiega a TrasportoEuropa il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo: “Al centro c’è l’indifferenza mostrata dal ministro Salvini nei confronti della nostra categoria. Nel 2024 ha convocato le associazioni solo due volte, portando dei contenuti banalissimi e inconsistenti. Quindi, se veramente vogliamo rappresentare le imprese di autotrasporto non possiamo continuare a restare in attesa, dobbiamo reagire. E mi auguro che ci sia una reazione anche da parte di tutte le associazioni”.
Gli interventi ritenuti più urgenti da Trasportounito sono quattro. Il primo è una riforma delle regole dell’autotrasporto: “In questo caso non è successo assolutamente nulla, dopo che l’Albo degli autotrasportatori presentò una sintesi, svolta con un confronto con le associazioni. Pare che il ministro l'abbia messa nel cassetto”. La seconda questione riguarda la sicurezza, in tutti i suoi aspetti: “Abbiamo presentato relazioni sui furti lungo le strade e autostrade, sul fissaggio del carico e ovviamente sulla circolazione stradale”, precisa Longo
Il terzo problema da affrontare con urgenza è la carenza di autisti e anche in questo caso Trasportounito ha presentato al ministro un progetto articolato: “Soprattutto non chiediamo soldi, ma chiediamo una ristrutturazione di uffici, di procedure, anche a livello internazionale, per reclutare i conducenti dei mezzi industriali e modificarne l'addestramento. Ma anche in questo caso il ministro ha chiuso il fascicolo nel cassetto”.
Il quarto tema pare molto caro a Salvini, le infrastrutture, ma anche in questo caso Longo è critico: “Le nostre autostrade sono le più brutte d'Europa, le meno fungibili, cioè permettono velocità commerciali troppo basse con costi ulteriori. E poi ovvio, c'è il problema dei costi che va valutato in una logica di ristrutturazione generale, perché il mercato va di nuovo regolamentato e ci sono norme che non sono applicate”.
Tra le norme non applicate, o applicate male, Trasportounito mette quella del Durc, ossia il documento sulla regolarità contributiva dei dipendenti che gli autotrasportatori devono presentare alla committenza prima di svolgere un lavoro: “Il Durc deve essere chiesto dal committente in modo preventivo e non all'emissione della fattura. Questo è un dramma dell'applicazione delle norme che in Italia non vengono mai rispettate, come nel caso di quella sui tempi di pagamento, in vigore da anni. Credevamo che con questo ministro si potesse aprire un Tavolo tecnico rapido sulle regole e risolvere la questione, invece siamo rimasti delusi”.