L’Italia e altri sei Paesi dell’Unione Europea (oltre al Regno Unito) non sono in regola con le norme comunitarie relative alle informazioni sulla aree di parcheggio sicure per i veicoli industriali. Lo ha annunciato a maggio 2020 la Commissione Europea, che ha inviato le lettere di costituzione in mora ai Governi di Bulgaria, Estonia, Grecia, Italia, Lettonia, Romania, Slovenia e Regno Unito. Secondo la Commissione, questi Paesi “non hanno reso disponibili in formato digitale, attraverso i punti di accesso nazionali, le informazioni relative alle aree di parcheggio (ad esempio l'ubicazione delle aree di parcheggio e le strutture e i servizi disponibili) e alle aree di parcheggio che forniscono informazioni dinamiche (ad esempio circa la disponibilità di parcheggi o le zone prioritarie)”.
Quest'obbligo è previsto dal Regolamento delegato (UE) numero 885/2013, adottato nel quadro della direttiva sui sistemi di trasporto intelligenti (ITS). In Europa, i conducenti degli automezzi pesanti devono spesso far fronte a un'insufficienza di aree di sosta e d’informazioni su tali luoghi; di conseguenza parcheggiano spesso in zone non protette o luoghi non sicuri. I Paesi interessati dispongono ora di quattro mesi per rispondere alla lettera di costituzione in mora, trascorsi i quali la Commissione potrà decidere di adottare un parere motivato.
Sempre in tema di autotrasporto, la Commissione ha anche deferito alla Corte di Giustizia Cipro, i Paesi Bassi e il Portogallo perché non hanno aggiornato i loro registri delle imprese, cosa che avrebbero dovuto fare entro il 30 gennaio 2019, come richiesto dal Regolamento di esecuzione (UE) 2016/480 della Commissione. Questi registri permettono di scambiare le informazioni sulle imprese di autotrasporto tra gli Stati membri per garantire l’applicazione delle regole comunitarie e la concorrenza leale tra gli operatori.