Dopo avere perso la guerra politica contro l’approvazione del Primo Pacchetto Mobilità dell’Unione Europea, che riforma l’autotrasporto per contrastare il dumping sociale degli autisti e la concorrenza sleale tra autotrasportatori, alcuni Paesi dell’Est dichiarano quella giuridica, appellandosi alla Corte di Giustizia Europea. Lo avevano minacciato subito dopo l’approvazione del Pacchetto e con l’entrata in vigore del primo provvedimento, ossia il regolamento UE 1054/2020, inizia la vera offensiva. Un primo passo arriva dalla Lituania, il cui Governo ha approvato il 28 agosto 2020 la proposta dei ministeri dei Trasporti e della Giustizia di ricorrere alla Corte Europea per chiedere l’annullamento di alcuni provvedimenti.
In particolare, la Lituania intende ricorrere contro l’obbligo di far tornare ogni tre o quattro settimane gli autisti nel Paese d’immatricolazione del veicolo, contro le modifiche dei tempi di riposo e contro il divieto di svolgere il riposo settimanale regolare in cabina. La Lituania è un piccolo Paese nell’ambito dell’Unione, ma vi ha sede una delle più grandi imprese di autotrasporto internazionale europee, la Girteka, che sarà penalizzata dalle nuove regole comunitarie.