Il porto della Spezia cerca di risolvere il nodo dell’intasamento di veicoli industriali nel varco Stagnoni, che è quello principale per il transito di container da e per i terminal marittimi. È un nodo che da tempo gli autotrasportatori chiedono di scogliere. L’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale sta cercando di trasferire gran parte del traffico stradale nel retroporto di Santo Stefano Magra, collegandolo con le banchine tramite navette ferroviarie. Ma per alleggerirlo in tempi brevi ha limitato a trecento il numero di container vuoti che ogni giorno possono entrare su strada in ciascun terminal del porto, con una consegna di almeno 25 unità l’ora tra le 7.00 e le 19.00.
Se in un giorno capita di muovere più di trecento container vuoti, le società proprietarie o detentrici devono trasferire quelli in eccesso, preferibilmente su treni notturni, a Santo Stefano Magra o altri impianti interni. L'ordinanza è in vigore per tre mesi a titolo sperimentale. Chi non la rispetta deve pagare una multa di 15 euro per container vuoto oltre i trecento giornalieri. Questa decisione parte dalla considerazione che in alcuni periodi il traffico di container vuoti raggiunge il trenta percento di quello totale.
Partendo da questa ordinanza, l’associazione degli autotrasportatori TrasportoUnito (che la apprezza) chiede al ministero Mims (ex Trasporti) di emanare regole nazionali per l’ingresso dei veicoli industriali nei porti, perché la situazione “è fuori controllo”. Il coordinatore ligure Giuseppe Tagnocchetti spiega che “la problematica non può essere affidata solo alla regolazione, validissima, di singoli presidenti di Autorità di Sistema Portuali, ma deve prendere spunto dalle importanti analisi e iniziative portuali territoriali nonché dai lavori svolti tra operatori dell’autotrasporto e committenza al Tavolo Nazionale Contenitori, e sfociati in prassi condivise per la regolazione delle attese-camion, per il controllo dei contenitori vuoti e di altri elementi operativi”.