Mentre infuria ancora la polemica, allargata ormai anche ad altri Paesi, contro la decisione dell’Austria di filtrare al Brennero gli autisti di veicoli industriali, permettendo il passaggio solo di coloro che hanno un certificato di negatività alla Covid-19 redatto non più di 48 ore prima del transito, Vienna ha annunciato che ora accetterà anche i certificati scritti in italiano. Nella fase iniziale del filtraggio, infatti, i doganieri austriaci accettavano solamente certificati scritti in tedesco o inglese. Il certificato serve in realtà per entrare in Germania, ma il Governo austriaco ha deciso tramite il filtraggio al Brennero di spostare il le attese dei veicoli industriali per il tampone degli autisti in Italia. Oltre al certificato, le imprese che inviano camion in Germania devono registrarsi in un apposito portale web (all’indirizzo https://www.einreiseanmeldung.de).
Per evitare colonne sull’autostrada A22, questa arteria è ancora chiusa al transito di veicoli industriali diretti verso il Brennero all’altezza di Verona Nord i cui autisti non hanno già un certificato di positività alla Covid-19. Ciò vale solo per i veicoli diretti in Germania o in Paesi che richiedono l’attraversamento della Germania, mentre possono viaggiare quelli per l’Austria o la Svizzera. Però anche chi ha il certificato di negatività può essere fermato al Verona e deviato verso Tarvisio, se la Polstrada ritiene che il numero dei camion al Brennero sia eccessivo. Sono comunque deviati verso Tarvisio tutti gli autisti senza certificato.
Il podcast K44 La voce del trasporto racconta questa vicenda con la voce di due protagonisti che la hanno vissuta: Fabio Soncin, autista di un’azienda di autotrasporto sarda che si è trovato al Brennero proprio in concomitanza con l’attivazione del filtro austriaco e il direttore del consorzio Cam, che è trovato nella paradossale situazione di spiegare un committente austriaco perché il camion a lui diretto non era ancora arrivato. Vi riproponiamo questo episodio. Buon ascolto.