Il 22 giugno 2022 la Guardia di Finanza ha annunciato il primo bilancio di un’indagine attivata dalla procura di Frosinone, ancora in fase preliminare, su una colossale frode che ha coinvolto ben ventitré società. Al centro c’è un’impresa di autotrasporto della provincia di Frosinone (di cui gli inquirenti non hanno fornito il nome), ma l’inchiesta si è estesa anche al commercio e perfino alla prostituzione. I Finanzieri hanno cominciato a lavorare sul caso dopo “l’acquisizione di un importante asset aziendale di un noto imprenditore locale operante nel settore della logistica”, come spiega una nota della Finanza, usando anche pedinamenti e intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche.
Le informazioni provenienti dagli inquirenti sono ancora frammentarie. Pare che l’organizzazione acquisisse società di trasporto in crisi per poi usarle per attuare frodi, alcune delle quali fiscali. I reati imputati agli indagati sono diversi: associazione per delinquere, frode fiscale, indebita percezione di erogazione pubbliche, trasferimento fraudolento di valori, truffa aggravata ai danni dello Stato, tentata estorsione e sfruttamento della prostituzione.
L’organizzazione sarebbe stata messa in piedi da un pregiudicato che voleva eludere le misure di prevenzione patrimoniali e così ha intestato a prestanome le ventitré società, di cui sette con sede all’estero, operanti in prevalenza nei settori dell’autotrasporto, della vendita all’ingrosso di alimenti e bevande e alberghiero. Tra le azioni illegali rilevate dai Finanzieri ci sono un reato commesso verso una società di leasing per l’acquisto di cinque autoarticolati, la percezione di un finanziamento coperto da garanzia statale, l’emissione e l’utilizzo di fatture false per oltre dieci milioni, la fittizia esportazione di merci per evitare il pagamento dell’Iva e due case d’appuntamento per prostitute.
Gli inquirenti hanno individuato disponibilità patrimoniali per ventinove persone per un valore di cento milioni, che sono state sequestrate. La Gip di Frosinone, Ida Logoluso, ha disposto la custodia in carcere per due persone, l’obbligo di dimora per sette persone e il divieto di esercitare l’attività professionale per dodici mesi nei confronti di un indagato e di ricoprire uffici direttivi per un altro. La Finanza evidenzia “l’importanza dell’indagine in esame in quanto si descrivono le attività di alcuni imprenditori che effettuano rilevanti attività nel settore della logistica attraverso l’acquisizione vantaggiosa di imprese in grosse difficoltà economiche, mediante prestanomi, poi utilizzate per effettuare una serie di attività che, nella ordinanza del Gip di Frosinone, si ipotizza essere illecite ed a scapito delle altre imprese che operano legalmente”.