Alcune decine di camion stanno completamente bloccando gli accessi al terminal Psa di Pra’, nel bacino portuale genovese, per una protesta che appare spontanea scatenata dallo sciopero a singhiozzo proclamato all’inizio di ottobre dalla Rsu della società terminalista nell’ambito della vertenza sul rinnovo del contratto aziendale. Lo sciopero dei portuali viene attuato per un’ora all’inizio e alla fine di ogni turno, rallentando le operazioni di carico e scarico dei veicoli industriali, in un contesto dove gli autotrasportatori contestano le lunghe attese croniche. Dalle informazioni raccolte dalla redazione di TrasportoEuropa, la situazione è degenerata la mattina di martedì 12 ottobre 2021, quando gli accessi sono stati ulteriormente rallentati dall’interruzione del software che permette di eseguire le procedure d’accesso senza scendere dalla cabina.
A quel punto alcuni autotrasportatori in attesa hanno deciso di spegnere i motori, bloccando così l’accesso a tutti gli ingressi. E da quel momento, nessun camion è entrato nel terminal, mentre all’estero si è creato un intasamento che raggiunge il casello dell’autostrada A10. I promotori del fermo sarebbero soprattutto i padroncini, esasperati dalle perdite di tempo, e quindi d’introiti, causate dalle lunghe attese. Mancando un soggetto organizzatore, non si sa quando la protesta dell’autotrasporto potrà terminare. Manca perfino un interlocutore al Prefetto, che ora deve sciogliere questo nodo. È facile prevedere che il blocco proseguirà anche il 14 ottobre.
E si teme un aggravamento della situazione il giorno successivo, con l’introduzione dell’obbligo del Green Pass. Un fattore che potrebbe allentare la tensione è la fine dello sciopero dei portuali, ma su questo fronte non si vedono spiragli. Anzi, la Rsu ha respinto la proposta avanzata dal Psa nell’ultima riunione e quindi lo sciopero prosegue. A proposito della certificazione verde, si è svolta una riunione in Prefettura la mattina del 13 ottobre, cui hanno partecipato tutti i soggetti interessati: associazioni dei trasportatori, degli spedizionieri e dei terminalisti e sindacati. Lo scopo è trovare soluzioni per somministrare i tamponi ai portuali e agli autisti non vaccinati.
I sindacati hanno chiesto l’istituzione di tre o quattro punti di prelievo nel bacino portuale, sempre operativi. Ma chi li paga? Il Prefetto ha invitato le imprese farsi carico della spesa. Avrebbero acconsentito i terminalisti, ma resta l’incognita dell’autotrasporto, che è frammentato in numerosi operatori e neppure tutti con sede a Genova. Sul tampone grava anche un’altra incognita, quella della disponibilità del materiale e del personale per somministrarli e analizzarli. Si prevede un’ondata di richieste dal 15 ottobre, con conseguente aumento dei tempi di attesa. E l’aumento della domanda potrebbe portare anche a un incremento del costo. un’alta ondata nella tempesta che sta affrontando il trasporto e la logistica.