Il trasporto stradale in Europa sta attraversando un periodo di moderato rallentamento. Lo afferma il rapporto "The European Road Freight Rate Development Benchmark Q2 2024" redatto da Iru, Upply e TransportIntelligence, che rileva una contrazione delle tariffe contrattuali e una lieve ripresa di quelle spot, nonostante le sfide crescenti sul fronte dei costi operativi e del carburante.
Nel secondo trimestre del 2024, l'indice delle tariffe contrattuali è sceso a 127,1 punti, registrando un calo di 1,3 punti rispetto al trimestre precedente. Parallelamente, l'indice delle tariffe spot ha mostrato un incremento, salendo a 127,7 punti, con un aumento di 3,5 punti, sempre sul trimestre precedente. Su base annua, le tariffe spot sono in crescita di 0,8 punti, mentre quelle contrattuali hanno subito una leggera flessione dello 0,7%.
Questa dinamica riflette l'andamento di una domanda ancora incerta, ma in lieve ripresa. Secondo il rapporto, le vendite al dettaglio nell'area euro sono aumentate dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% su base annua, contribuendo a una stabilizzazione delle tariffe spot.
Sul versante dei costi operativi, gli autotrasportatori sono ancora sotto pressione, con aumenti medi dell'1,2% rispetto al trimestre precedente. I costi del lavoro e delle assicurazioni per i veicoli sono cresciuti rispettivamente dell'1,2% e del 3%, anche se a ritmi più lenti rispetto al passato. Tuttavia, il rapporto indica che l'aumento dei costi sta iniziando a rallentare, alleviando leggermente la pressione sulle tariffe. Sul fronte dei carburanti, i prezzi del gasolio hanno registrato una diminuzione all'inizio del trimestre, per poi risalire a giugno, spinti dall’aumento dei prezzi del petrolio greggio. Il prezzo del Brent si è stabilizzato a 82 dollari al barile a giugno, in calo rispetto ai 90 dollari di aprile.
Il rapporto offre una panoramica delle principali rotte europee, mettendo in evidenza andamenti contrastanti. Per esempio sulla tratta Madrid-Parigi, le tariffe contrattuali sono diminuite dell'1,7% nel secondo trimestre, mentre quelle spot sono aumentate del 4,2%. In direzione opposta, da Parigi a Madrid, le tariffe contrattuali sono aumentate del 4,1% rispetto al trimestre precedente, con una crescita impressionante del 18,8% su base annua per quelle spot.
In Italia, le tariffe contrattuali per i trasporti nazionali nel secondo trimestre del 2024 si sono attestate a 111,3 punti dell'indice, con un aumento di 2,6 punti rispetto al primo trimestre, ma un calo di 0,6 punti su base annua. Le tariffe spot sono aumentate più rapidamente, passando da 109,9 punti nel primo trimestre a 117,5 punti nel secondo, registrando tuttavia un calo di 1,7 punti su base annua. La differenza tra le tariffe spot e contrattuali è ora di 6,1 punti indice.
Le previsioni per il 2025 indicano una moderata ripresa dei volumi dell’autotrasporto, con un incremento previsto dell'1,6% rispetto al 2024. Tuttavia, il mercato rimane fortemente condizionato da fattori esterni, tra cui le tensioni geopolitiche globali e le continue incertezze economiche. La crescita della domanda di trasporto stradale sarà trainata principalmente da un aumento dei consumi privati, previsto dall'UE in crescita dell'1,3% nel 2024 e dell'1,7% nel 2025.
Un altro problema persistente è la grave carenza di autisti di camion in Europa. Il rapporto indica che nel 2023 sono rimaste vacanti oltre 233mila posizioni di autisti e il 44% delle aziende europee prevede ulteriori difficoltà nel reperire personale nel 2024. Le grandi imprese sono meno colpite, poiché hanno maggiori risorse per attrarre autisti, ma i costi del lavoro continuano a mettere sotto pressione il settore.
A peggiorare la situazione, diverse nazioni europee stanno introducendo nuovi schemi di pedaggio basati sulle emissioni di CO2. La Germania ha già avviato questo programma, e altri Paesi, come Svezia e Danimarca, seguiranno nei prossimi anni, aumentando ulteriormente i costi per gli operatori del trasporto.
In conclusione, il rapporto evidenzia un mercato europeo del trasporto stradale che sta lentamente stabilizzandosi, con le tariffe spot in leggero aumento grazie alla ripresa della domanda dei consumatori. Tuttavia, le tariffe contrattuali potrebbero continuare a subire pressioni al ribasso, almeno nel breve termine, a causa della debolezza della domanda industriale e delle incertezze geopolitiche che continuano a influenzare il mercato energetico.