Sono bastati tre giorni di fermo dei veicoli industriali per paralizzare l'intero Brasile. Sono rimasti con gli scaffali vuoti negozi e supermercati, senza carburante i distributori e anche numerose fabbriche hanno dovuto fermare la produzione. I prezzi degli alimentari hanno subito un'impennata fino a tre o quattro volte il valore precedente al fermo. La mancanza di carburante sta fermando non solamente le autovetture, ma anche i camion che non aderiscono al fermo e l'intero sistema del trasporto pubblico di persone. Oggi, per esempio, viaggia solo il trenta percento degli autobus di Rio de Janeiro e in alcuni aeroporti si rileva anche la mancanza di combustibile per gli aerei.
La protesta nasce dall'aumento del prezzo del gasolio per i veicoli industriali, che sta mettendo in crisi le imprese di autotrasporto. Un primo provvedimento per fermare la protesta viene dalla compagnia petrolifera nazionale Petrobras, che ha annunciato il 23 maggio, come misura straordinaria e temporanea, una riduzione del prezzo alla pompa del dieci percento, per almeno quindici giorni. Per ora, però, questa misura non sembra interessare gli autotrasportatori, che stanno proseguendo il fermo.
Oggi si segnalano manifestazioni e presidi di autotrasportatori a San Paolo, Rio, Paraná, Minas Gerais, Pernambuco e Rio Grande do Sul. A Rio de Janeiro, la Polizia Federale delle Autostrade riferisce che ci sono manifestazioni su sette autostrade. Stamattina, il presidente del Brasile, Michel Temer, ha incontrato i ministri e il presidente di Petrobras per discutere sulla situazione. Oggi, il presidente della Repubblica ha chiesto agli autotrasportatori una tregua di tre giorni per trovare una soluzione, ma il presidente dell'associazione Abcam (Associação Brasileira dos Caminhoneiros), José da Fonseca Lopes, ha risposto che il fermo continua: "L'unica cosa su cui siamo d'accordo è liberare gli alimenti deperibili, gli animali trasportati, medicine e ossigeno. Ma dopo venerdì non faremo più concessioni più nulla".
Secondo quanto riferisce l'agenzia Nova, l'Abcam rappresenta circa mezzo milione di autotrasportatori, sul milione che operano in Brasile e si stime che circa 400mila imprese stiano aderendo al fermo. L'associazione chiede la riduzione del prezzo del gasolio dagli attuali 0,80 reais (20 centesimi di euro) a 0,60 reais (15 centesimi di euro), tramite un taglio delle imposte Cide e Pis/Confis.
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