In una nota diffusa il 9 aprile 2025, l’associazione degli autotrasportatori siciliani Aitras rileva che dall’ultimo incontro tra le sigle dell’autotrasporto e il ministero dei Trasporti non si sarebbe parlato del contributo Ets, ossia il sovrapprezzo relativo alle emissioni delle navi, che ricade sulle imprese che imbarcano i veicoli industriali. “Si è parlato solo di un ipotetico ‘interesse’ verso il tema da parte di alcune associazioni che hanno i propri associati prevalentemente nel nord dell’Italia”, scrive Aitras, aggiungendo che “si continua a dare retta alle politiche fallimentari di alcune sigle sindacali che da trent’anni a questa parte influenzano in modo negativo il mondo dell’autotrasporto italiano, portando la categoria al disastro totale e senza più nessuna credibilità”.
Dopo avere dichiarato che l’autotrasporto siciliano “si è stancato di assistere a questi continui giochetti di palazzo dopo avere aspettato invano delle possibili soluzioni che puntualmente non sono arrivate”, l’associazione conclude che “siamo costretti ad incrociare le braccia e a fermare i nostri camion nei nostri piazzali non avendo più prospettive di futuro per le nostre aziende”. Gli autotrasportatori dell’isola, soprattutto quelli di piccole dimensioni, non riescono a girare il contributo Ets ai loro committenti “perché la maggior parte di loro commercializzano dei prodotti poveri come l’ortofrutta e il sale da miniera; sono prodotti che non ti permettono di sostenere degli aumenti se vogliono restare nei mercati europei”. Quindi, l’Aitras riunirà il Comitato Trasporti siciliano “per proclamare il fermo dei trasporti in tutti i porti siciliani ad oltranza. Tutte le imprese che aderiscono al Cts rimarranno nei propri piazzali senza scaricare più le navi”.