In quello che è diventato un vero e proprio cantiere di trasformazione, i piani logistici e di infrastrutturazione industriale del Paese hanno rilevanza strategica mediterranea e globale. Nel corso di tutto l’annus horribilis causato dalla pandemia, l’Egitto ha proseguito le sue politiche di sviluppo, puntate sull’integrazione e sulla fluidificazione dei trasporti e della logistica delle merci. Creazione di nuove infrastrutture, digitalizzazione e sburocratizzazione ne sono i pilastri.
In questa ottica, sul finire del 2020, l’Egitto ha raggiunto l’obiettivo di entrare nella Convenzione Tir (Transports Internationaux Routiers) delle Nazioni Unite. Questa svolta decisiva apre nuove prospettive allo sviluppo dei traffici commerciali internazionali, che emancipano l’Egitto dall’essere paese di passaggio, attraversato dal Canale di Suez. Parallelamente al potenziamento dei suoi porti marittimi affacciati sul Mediterraneo e alla implementazione di otto grandi porti a secco, adiacenti alle principali zone industriali e collegati via ferrovia, il regime Tir apre la strada a nuove potenzialità intermodali, come le autostrade del mare per il collegamento Africa-Europa, che potrebbero avere facile via di accesso attraverso l’Italia.
Parallelamente, crea un ponte di transito sicuro e veloce tra Medio Oriente e Africa, “che rafforzerà le catene di approvvigionamento e ridurrà significativamente i tempi di transito” ha commentato Umberto de Pretto, Segretario generale dell’Iru, che gestisce ed amministra il sistema Tir.
Negli ultimi anni il sistema Tir è diventato pienamente operativo in paesi come Oman, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti, con riduzione dei tempi di attraversamento delle merci alle frontiere di oltre il 70% tra Oman e Arabia Saudita e di oltre il 90% tra Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. L’inclusione dell’Egitto nel sistema potrà aprire nuovi mercati che si stanno consolidando in Medio Oriente, dando occasione di penetrazione anche alle tante imprese europee insediate nelle zone industriali egiziane.
Nell’immediato, le previsioni parlano di una intensificazione degli scambi commerciali in ambito Tir, tra Egitto e Cina, Turchia, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. Infine, i grandi progressi nella digitalizzazione che l’Egitto sta compiendo, a cui si collega l’opera di modernizzazione e automatizzazione di tutto il sistema doganale egiziano, con un investimento di circa 80 milioni di euro, faciliteranno anche l’implementazione elettronica del sistema eTir (sperimentato per la prima volta nel 2015 tra Turchia e Iran e ora in espansione), che eliminando tutto il cartaceo, aumenterà ulteriormente velocità e sicurezza dei traffici internazionali su gomma o intermodali.
Intanto, il governo egiziano prevede, entro il prossimo giugno, l’istituzione di una white list di rilascio carico che comprende almeno 150 imprese con l’entrata in servizio dello Sportello Unico Doganale nei porti più grandi del Paese, che sarà successivamente esteso a tutti i nodi logistici marittimi e terrestri, per raggiungere un tasso di copertura di circa il 95% di tutte le merci importate.
Giovanna Visco