Il Decreto Legge numero 18 del 17 marzo 2020 stabilisce che nei casi accertati d’infezione da Covid-19 nelle condizioni di lavoro, il medico certificatore deve mandare il certificato d’infortunio all’Inail, che oltre a fornire la copertura assicurativa all’infortunato redige un’apposita statistica. Il 21 ottobre l’Istituto ha diffuso le rilevazioni dall’inizio della pandemia al 30 settembre. La nota diffusa non entra molto nei particolari, ma mostra una voce relativa alla categoria dedicata al trasporto e magazzinaggio che può fornire un'idea sulla diffusione del coronavirus in questo settore. Bisogna tenere conto che la statistica riguarda solo i casi certificati come infortunio sul lavoro, quindi non rappresenta tutti i casi che hanno colpito i lavoratori (ci possono essere contagi che i medici non considerano presi sul posto di lavoro).
In generale, l’Inail ha registrato 54.128 denunce per infortunio sul lavoro a seguito di Covid-19, pari al 15% delle denunce ricevute dall’inizio dell’anno, e sono concentrate nei mesi di marzo e aprile, mentre da maggio diminuiscono progressivamente. L’età media è di 47 anni, con il numero maggiore dei casi (43,9%) nella fascia tra 50 e 64 anni. I contagiati italiani sono l’83,8% e tra gli stranieri le nazionalità più colpite sono la rumena, la peruviana e l’albanese.
Restando nell'ambito della categoria Ateco Istat Trasporto e Magazzinaggio, le denunce d’infortuni legati alla Covid-19 sono state nell’intero periodo dell’1,3% (quindi in termini assoluti circa 700 casi). Però l’Istat precisa che la percentuale è passata dall’1% del periodo di clausura (da marzo a maggio compreso) al 3,4% di quello successivo (da giugno a settembre). Precisiamo che questa comprende anche il trasporto di persone e purtroppo non è fornita una distinzione con gli addetti alla movimentazione delle merci.
Del totale delle denunce d’infortunio per Covid-19, 319 hanno avuto un esito mortale, pari a un terzo dei decessi sul lavoro rilevati dall’inizio del 2020, e anche in questo caso il picco si rileva a marzo e aprile, con discesa progressiva nei mesi successivi. L’analisi per categoria professionale mostra per gli autisti dell’autotrasporto (merci e persone) una percentuale nettamente maggiore rispetto a quella dei contagiati: 6,2%, che in termini assoluti significa 19 casi. È la quarta categoria per numero di morti, dopo medici, tecnici della salute (come infermieri e fisioterapisti) e impiegati di segretaria e affari generali. L’intero comparto del Trasporto e Magazzinaggio raggiunge addirittura una percentuale tra i decessi del 12%, pari a 38 casi, ponendosi al terzo posto dietro alle attività manifatturiere e a quelle sanitarie e dell’assistenza sociale.