Il trasportatore lituano Uab-Baltic International Group Limited, fondato del 2012 a Vilnius e operante in Europa da dodici anni, è stato ufficialmente dichiarato in bancarotta il 28 agosto 2024. L’impresa è passata da un fatturato di oltre 1,5 milioni di euro del 2022 alla pratica fallimentare aperta nella prima metà del 2024. Tre mesi dopo la sentenza del Tribunale, alcuni dipendenti sono ancora in attesa di stipendi e arretrati ma la riscossione del debito appare oggi molto complicata. E’ il caso di un autista bielorusso, che da diversi mesi cercava di recuperare la somma di oltre diecimila euro da Baltic Internartional e che vede ora nel fondo di garanzia lituano l’unica speranza di recuperare tale somma.
La vicenda è iniziata diversi fa quando l’autista, il cui nome non è stato rivelato, ha deciso di rivolgersi alla Commissione lituana per le Controversie sul Lavoro (Dgk – Darbu Ginku Komisija) dopo aver cercato invano di recuperare gli stipendi arretrati dal suo datore di lavoro. La pratica è andata a rilento a causa di problemi burocratici e l’autista, alla richiesta di fornire una documentazione precisa sul suo impiego che però il datore di lavoro non aveva mai fornito, ha capito di avere bisogno di un consulente legale.
L’uomo si è quindi rivolto all'Unione professionale dei trasportatori lituani (Lvps) che, dopo aver studiato la documentazione, ha confermato che il mancato pagamento ammontava a quasi 10mila euro, considerando i soli stipendi e senza tenere conto delle indennità giornaliere al lavoratore. A questo punto Uab ha contattato a sorpresa un sindacato locale con l'intenzione di risolvere pacificamente la controversia ed ha organizzato un incontro con il conducente per sanare il debito.
Fonti locali riferiscono che durante le trattative l’autista sarebbe stato molto diffidente nei confronti del datore di lavoro ma che, con il sostegno del sindacato, sia stato poi raggiunto un accordo sul pagamento del debito per un importo totale di ottomila euro, rateizzati in tre mesi su richiesta di Baltic International. La situazione sarebbe poi precipitata improvvisamente. L’autista, infatti, non ha mai ricevuto nessun pagamento, l’azienda è andata in bancarotta e gli Ufficiali Giudiziari non possono fare rivalsa su nessun bene privato.
Dalle indagini che sono poi scaturite, è emerso che Uab spesso trasferiva gli stipendi da diversi conti bancari, non sempre ufficialmente collegati all’azienda. Alcuni bonifici sarebbero partiti addirittura dai conti personali del direttore, rendendo ancora più complicata la tracciabilità dei pagamenti e la stima totale del debito.
Dopo il fallimento, manager e responsabili sembrano scomparsi e a nulla è servito l’appello lanciato da Lvps agli ufficiali giudiziari nel mese di settembre: i conti bancari da cui partivano i bonifici all’autista sono ormai stati chiusi, la cassa dell’azienda fallita è vuota e non esistono proprietà materiali pignorabili. L’unico dipendente ancora rintracciabile sarebbe l’ormai ex direttore di Baltic International, che da Linkedin risulta essere a capo di un’altra logistica ma che, ad oggi, non risulta indagato o penalmente perseguibile.
Il debito nei confronti dell’autista, ma anche degli altri dipendenti, sarà quindi pagato dal fondo di garanzia lituano, cioè dai contribuenti attraverso il bilancio dello Stato. Secondo il vicedirettore della Lvps, questo comportamento delle aziende sarebbe incoraggiato dalla radicata inefficienza delle autorità competenti e dalla mancanza di controlli sulle aziende insolventi.
Marco Martinelli