Al confine tra l’Ucraina e la Romania c’è un enorme ingorgo, con centinaia di veicoli industriali che restano in attesa anche per diversi giorni in code lunghe fino a 40 chilometri. È una situazione aggravata dall’ultima ondata di attacchi missilistici russi, che ha interrotto l’erogazione della corrente elettrica in un'ampia parte del Paese. Ne risentono anche gli uffici doganali, che non possono usare i computer per evadere le pratiche doganali. Ci sono lunghissime code soprattutto alla frontiera di Porubnoe-Siret, ma anche lungo la rotta Galati-Giurgiulesti-Reni, dove la regione di Odessa confina con la Moldavia e la Romania.
Questo intasamento crea problemi non solo alla catena di approvvigionamento, ma anche agli autisti coinvolti, che soffrono carenza di acqua e cibo e non hanno posti dove ripararsi dal freddo fuori dalla loro cabina. Le Autorità ucraine hanno dichiarato che apriranno un nuovo punto di transito per veicoli industriali, per smaltire le file in quelli già esistenti.
L'organizzazione mondiale dell’autotrasporto Iru chiede alla Commissione Europea di dare la priorità ai veicoli industriali che viaggiano in regime Tir: "Con la priorità al traffico Tir, il numero di camion che possono trasportare merci dall'Ucraina all'UE può essere aumentato da due a tre volte”, dichiara il segretario generale dell’Iru, Umberto de Pretto. “Ciò farebbe un'enorme differenza per i flussi di merci tra l'Ucraina, devastata dalla guerra, e il resto dell'UE, oltre ad alleggerire il carico di lavoro degli autisti, degli addetti alle frontiere e delle dogane".
Si riscontrano ingorghi anche in altri punti di frontiera dell’Europa orientale. La società di autotrasporto italiana Riboni segnala attese di almeno sei o sette giorni al confine tra Polonia e Lituania e tra Russia e Lituania o Lettonia, chiedendo anche in questo caso interventi urgenti. Non esistono servizi per gli autisti neppure in questi confini, colpiti dal freddo invernale.