La grave carenza di autisti di veicoli industriali in Gran Bretagna che sta lasciando vuoti gli scaffali di alcune catene di supermercati ha stimolato alcuni articoli dei quotidiani italiani, che generalmente non si occupano di autotrasporto se non per gravi incidenti stradali ma che evidentemente in agosto hanno spazi da riempire. Ha iniziato il quotidiano confindustriale Sole 24 Ore, che ha di fatto riportato la posizione dell’Anita che appunto lancia l’allarme sulla carenza in Italia. L’11 agosto 2021 il Corriere della Sera ha ripreso l’argomento, intervistando Gerardo Napoli, amministratore dell’azienda di autotrasporto salernitana Napolitrans.
Il titolo dell’articolo è “Cerco 60 autisti di camion a 3000 euro al mese. E non li trovo”. Nel testo dell’intervista, Napoli conferma, precisando che offre: “contratto della logistica, tutto in regola. Nove ore al giorno per cinque giorni, tremila euro netti al mese” e aggiungendo che “siamo arrivati a 80 milioni di euro di fatturato ma potremmo offrire di più, il nostro giro d’affari è limitato dalla mancanza di personale”.
Napoli pone come uno dei principali ostacoli a reperire autisti i costi per conseguire la patente e la Cqc: “Per prendere la patente E ci vogliono seimila euro e sei mesi di studio. Non tutti hanno la costanza e i soldi”. Egli chiede quindi “un investimento pubblico per aiutare disoccupati in uscita da un’azienda in crisi a conseguire la patente”. In questo caso “noi valuteremmo con attenzione le candidature. L’importante è che si tratti di persone con la giusta attitudine”.
Di carenza di autisti parla anche Il Fatto Quotidiano del 10 agosto 2021, con un taglio diverso. L’articolo riporta la posizione dei sindacati, che pongono in cima alle causa la scarsa retribuzione e la poca sicurezza. Mauro Del Corno non perde l’occasione per polemizzare con il Sole, affermando che l’articolo del quotidiano economica evita ci citare proprio questi due fenomeni. E scrive: “Che non ci sia la fila per fare un lavoro pericoloso, usurante, con tempi di consegna serratissimi (al punto che le cronache riportano di autisti costretti a ricorrere a sostanze chimiche per “reggere”), a fronte di retribuzioni non certo faraoniche, non dovrebbe poi sorprendere”.
Per approfondire la questione, vi riproponiamo due videocast di K44 Risponde su questo tema.