Nel terzo trimestre del 2023, le tariffe dell’autotrasporto in Europa mostrano un andamento contrastante: crescono quelle che sorgono dai contratti e scendono quelli dei viaggi spot. È quanto emerge dalla rilevazione svolta periodicamente da Upply, Transport Intelligence e Iru attraverso un campione di operatori del settore di tutta l’Europa. L’indice spot è sceso per il quarto trimestre consecutivo di 1,25 punti e portando la flessione annua a 14,8 punti. Viceversa, l’indice dei contratti è cresciuto, per la prima volta dal quarto trimestre 2022, di 1,4 punti sul secondo trimestre 2023, anche se resta leggermente in rosso (-0,4 punti) su base annua.
Per il prossimo futuro si prevede un aumento dei costi per l’autotrasporto internazionale, trainato anche dai nuovi pedaggi tedeschi, che potrebbero aumentare fino all’83%. Se gli autotrasportatori riusciranno a ribaltare tali incrementi sulla committenza i noli potrebbero ulteriormente crescere nel prossimo trimestre e pure nel 2024, perché altri Paesi europei prevedono incrementi dei pedaggi per i veicoli industriali. Inoltre, l’Iru prevede che il prossimo anno aumenterà anche la carenza di autisti, toccando l’11% di posti vacanti.
Il calo dei noli spot è causato dalla riduzione della domanda di beni, spinta sia dai minori consumi, sia dalla riduzione della produzione. Le rilevazioni di Eurostat mostrano che nel terzo trimestre la manifattura europea è scesa del 3,6%. Una buona notizia potrebbe venire dal rallentamento dell’inflazione, passata dal 10,6% di ottobre 2022 al 4,3% di settembre 2023. Ciò potrebbe causare una ripresa dei consumi, con benefici anche per i noli spot.
Le tariffe contrattuali hanno retto proprio a causa dell’aumento dei costi, che i vettori riescono in questo caso a ribaltare sulla committenza. Inoltre, questi noli sono meno soggetti alla variazione della domanda di trasporto a breve termine. Però se l’economia europea continuerà a ristagnare, anche queste tariffe potrebbero subire una contrazione. “Aumenti significativi del carburante prezzi e salari stanno contribuendo a mantenere la pressione al rialzo sui prezzi, che sta in parte compensando la pressione al ribasso esercitata dalla debole domanda”, sintetizza Thomas Larrieu, amministratore delegato di Upply. “Tuttavia, è importante osservare che i prezzi spot sono in calo per quattro trimestri consecutivi, segnalando una persistente volatilità del mercato e suggerendo che un mercato la ripresa potrebbe non essere nel prossimo orizzonte".
Per comprendere l’entità dell’aumento dei costi, i salari medi europei nel settore dello stoccaggio e trasporto sono aumentati del 17,6% rispetto al 2019, anche a causa della carenza di manodopera, mentre il costo del carburante è aumentato da giugno a ottobre del 14%. C'è stato anche un aumento del 15,9% dei pezzi di ricambio dei veicoli, del 21,4% nella manutenzione dei veicoli e del 6,3% nelle assicurazioni.