In una piega del Decreto Legge numero 121/2021, pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale numero 17 del 10 settembre 2021, appare un’importante modifica dell’articolo 10 della Legge 284/2005, ossia quello che definisce la composizione del Comitato Centrale dell’Albo Nazionale dell’autotrasporto. Nella stesura originale, la lettera f del comma 1 stabilisce che nel Comitato Centrale ci deve essere “un rappresentante per ciascuna delle associazioni di categoria degli autotrasportatori”. Il testo modificato dal Decreto 121 (che è già in vigore, anche se dovrà essere ratificato dal Parlamento entro 60 giorni) recita che deve partecipare “un rappresentante espressione delle associazioni di categoria degli autotrasportatori”.
Inoltre, il punto 7 dello stesso articolo ora recita (riferendosi alle caratteristiche dell’associazione): “essere rappresentata in seno al Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro, direttamente o per il tramite della Confederazione alla quale aderisce; ove sia rappresentata per il tramite della Confederazione, tale Confederazione deve aver fatto parte dell'Assemblea Generale del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro almeno per tre mandati negli ultimi cinque e può indicare una sola associazione di categoria”.
Questa modifica ha provocato la reazione di due associazioni. La prima è Trasportounito, che già all’inizio di settembre ha contestato il provvedimento, definendolo “una misura normativa non richiesta dalla categoria e imposta unilateralmente e inspiegabilmente dal Governo” che “in sostanza, si consegna l’Albo degli autotrasportatori ai committenti dei servizi di autotrasporto”.
Il 13 settembre 2021, il segretario generale di Assotir, Claudio Donati, afferma che si tratta di “un classico blitz ferragostiano che niente ha a che fare con l’esigenza di riformare la rappresentanza del settore”, aggiungendo che “l’aspetto di maggiore pericolosità riguarda la logica che la norma sottende, che è quella di condizionare la titolarità della rappresentanza dell’autotrasporto attraverso soggetti (le confederazioni) portatori d’interessi diversi, quando non conflittuali, rispetto a quelli dei trasportatori”. Ciò “rischia di allontanare ancora di più il mondo della rappresentanza dai problemi dei propri associati (costi minimi, tempi di pagamento, lotta alla concorrenza sleale, ecc)”.
Donati dichiara che Assotir è del tutto contraria a questa norma” e assumerà “ogni iniziativa utile per difendere l’autonomia dell’autotrasporto, in coerenza con l’obiettivo di dare a questa categoria uguale dignità delle altre componenti imprenditoriali”. Il segretario conclude affermando che “la riforma della rappresentanza del settore è un problema reale, che merita un confronto serio, alla luce del sole, con pieno coinvolgimento dei diretti interessati, cioè i trasportatori. È vero che le nostre imprese lavorano per conto terzi, ma questo fatto non autorizza nessuno a pensare che siano disposte a cedere la loro rappresentanza associativa ai propri clienti”.