Nei Paesi Bassi è scoppiata una nuova protesta di autisti arruolati da Paesi extra-europei. Al centro della polemica questa volta è l’azienda lituana Rosteka che serve, tra gli altri, colossi mondiali come Amazon e Tesla. Rosteka ha sede a Kaunas, città lituana a circa cento chilometri da Vilnius, ma ha anche un ufficio a Sejny, in Polonia, in un’area a pochissima distanza dai confini con Lituania e Bielorussia. Il caso è stato sollevato dal sindacato olandese Fnv e dal suo portavoce Edwin Atema, sempre più spesso in prima linea in difesa dei diritti dei conducenti, dopo che alcuni autisti del gruppo Rosteka si sono rivolti alle Autorità denunciando violazioni ai loro diritti e dichiarandosi vittime di sfruttamento.
Alcuni di loro hanno affermato di essere stati costretti a firmare documenti incomprensibili e di essere stati minacciati di espulsione dai nuovi datori di lavoro. Dopo la denuncia, alcuni conducenti hanno fermato i loro camion in segno di protesta, ritardando le consegne dei loro carichi per Amazon e Tesla e invocando un intervento di Rosteka. L’azienda non si è però espressa sulla vicenda, non ha rilasciato alcuna dichiarazione e non avrebbe aperto nessun dialogo con i conducenti.
Invece ha denunciato il furto dei camion e della merce trasportata. Per recuperare i mezzi ha poi inviato alcuni carri attrezzi che hanno raggiunto i luoghi delle proteste accompagnati dalla Polizia, informata del presunto furto. Una volta sul posto, le Autorità avrebbero compreso la situazione e hanno confiscato un camion che trasportava merce Amazon. La pratica è stata poi contrassegnata come “controversia sul lavoro” e non più come “furto”.
Edwin Atema - responsabile degli autotrasportatori nel sindacato olandese Fnv - come accaduto per altri casi simili ha pubblicato un lungo post sui canali ufficiali del sindacato, chiarendo che Rosteka ha arruolato autisti dall'Asia centrale, dall'India e da altri paesi extra-comunitari come lo Zimbabwe, promettendo condizioni di lavoro dignitose e stipendi elevati ma, una volta arrivati in Europa, i conducenti hanno dovuto affrontare condizioni di sfruttamento, lunghi periodi a bordo del camion dell’azienda, la mancanza di trasparenza sulle retribuzioni e sui documenti di impiego ma anche stipendi versati in ritardo e ridotti a causa di trattenute non meglio specificate o addirittura costretti a falsificare i tempi di viaggio e di riposo.
Atema ha poi invitato Amazon e Tesla a rivedere le loro catene di approvvigionamento ed inserire in lista nera Rosteka, accusata di violazione dei principi di responsabilità sociale e diritti umani. Entrambe le aziende hanno infatti chiare policy sui diritti umani e, secondo Fnv, dovrebbero adottare misure immediate per proteggere i diritti dei conducenti e prevenire ulteriori violazioni. “Siamo solo un pezzo di carne", ha dichiarato al sindacato un autista del gruppo. "Pensavamo che l'Europa fosse sociale e che le leggi ci avrebbero protetto, ma ora mi trovo in una posizione peggiore di quando sono arrivato”.
Il caso ricorda molto quello della polacca Agmaz avvenuto lo scorso anno, quando un gruppo di autisti ha protestato per settimane in un’area di servizio tedesca. A distanza di un anno, appare sempre più chiaro come i casi di sfruttamento di autisti in Europa siano tutt’altro isolati e come il loro reclutamento, oggi, rappresenti una vera e propria tratta di essere umani.
Marco Martinelli