L’emergenza causata dalla pandemia di Covid-19 e le sue conseguenze sull’autotrasporto hanno spinto otto Paesi comunitari dell’Est a chiedere all’Unione Europea di sospendere la procedura di approvazione del Primo Pacchetto Mobilità, che porta importanti cambiamenti nelle regole del trasporto stradale internazionale. Lo ha scritto l’agenzia Reuters, che ha potuto leggere la lettera firmata dai ministri dei Trasporti di Bulgaria, Ungheria, Lituania, Polonia, Cipro, Lettonia, Malta e Romania. I ministri ribadiscono che le nuove regole renderebbero ancora più vulnerabili le imprese di autotrasporto dei loro Paesi, che già sono colpite dall’emergenza causata dal coronavirus.
Nella lettera si legge che l’adozione del Primo Pacchetto Mobilità, unita alle conseguenza della Covid-19, porterà alla chiusura di numerose imprese di autotrasporto. Per esempio, una delle norme contestate è l’obbligo di far rientrare nel Paese d’origine un camion dopo otto settimane di viaggio e secondo i firmatari della lettera ciò aumenterebbe i percorsi a vuoto dei veicoli.
A dicembre 2019 è stato siglato un accordo provvisorio sul Primo Pacchetto Mobilità tra il Parlamento Europeo e il Consiglio d’Europa (che rappresenta direttamente i Governi), segnando una vittoria del blocco occidentale. Dopo tale intesa, però, il terzo protagonista delle decisioni europee, la Commissione Europea ha affermato che alcuni provvedimenti non sono in linea con il pianto ambientale European Green Deal, frenando già prima della pandemia il viaggio del nuovo Regolamento. Ora anche il coronavirus appare alleato al blocco dell’Est, con conseguenze ancora imprevedibili.