La firma del protocollo d’intesa annunciata dal presidente della Regione Sicilia, Renato Schifani, segna una tappa decisiva nel percorso di riconversione dello stabilimento Eni Versalis di Ragusa-Siracusa. Una scelta che apre nuove prospettive per l’industria del territorio, ma che nel breve periodo sta generando forti ripercussioni sull’economia locale, in particolare per le imprese dell’autotrasporto che operavano al servizio del sito produttivo.
A denunciarlo è Fita Cna Sicilia, che in una nota del 2 aprile 2025 richiama l’attenzione sulla situazione dei 135 soci appartenenti ai consorzi Caar, Caas ed Eurocas e dei loro dipendenti, oltre un centinaio di persone, che svolgevano trasporti per gli impianti dell’Eni. Tutti, dal primo gennaio del 2025, sono in attesa di chiarimenti e soluzioni concrete. Nel frattempo, le scadenze bancarie non si fermano: le rate dei finanziamenti e dei leasing accesi per acquistare i mezzi destinati a Versalis continuano ad arrivare, con il rischio concreto di segnalazioni al Crif in caso di insolvenza.
L’associazione precisa che il danno non è solo economico, ma anche strutturale. Le imprese coinvolte avevano investito in veicoli specializzati, come trattori stradali, semirimorchi centinati, silos per il trasporto di plastica granulare sfusa e portacontainer, strumenti essenziali per garantire efficienza e qualità nei trasporti per l’impianto chimico. La sospensione delle attività ha lasciato queste attrezzature ferme, trasformando quegli investimenti in un peso insostenibile.
Per questo, Fita Cna Sicilia ha presentato una proposta precisa alla Regione: istituire, tramite Irfis e Crias, una misura di sostegno in conto capitale destinata alle imprese del settore che hanno subito il contraccolpo del fermo di Versalis. Il contributo, calibrato in base all’anno di acquisto dei mezzi, dovrebbe coprire una parte significativa delle spese sostenute tra il 2021 e il 2024. Un intervento mirato, secondo l’associazione, che permetterebbe di ridare fiato a decine di piccole e medie realtà imprenditoriali fortemente radicate nel territorio.
Il contributo si articolerebbe in tre fasce: 20% per i veicoli acquistati nel 2021; 25% per quelli acquistati nel 2022 e il 30% per quelli acquistati nel 2023 e nel 2024. “Si tratterebbe di un sostegno concreto e ragionevole per coloro che hanno subito un danno improvviso”, spiegano i rappresentanti di Fita Cna Sicilia”Non si dovrebbe riflettere troppo su questa proposta, ma piuttosto accoglierla e attivarla nel più breve tempo possibile”.
La riconversione degli impianti Versalis in Sicilia, in particolare a Priolo Gargallo e Ragusa, sta suscitando un acceso dibattito tra istituzioni, sindacati e l’azienda stessa. Il gruppo Eni ha confermato la chiusura degli impianti di chimica tradizionale nella regione, delineando un piano di trasformazione industriale che promette di ridisegnare il panorama produttivo dell’isola.
Per lo stabilimento di Priolo, il progetto prevede la chiusura dell’impianto di cracking entro la fine del 2025, con una successiva conversione in bioraffineria. Questo ambizioso piano richiederà un investimento di circa 900 milioni di euro e includerà anche la realizzazione di un impianto per il riciclo chimico delle plastiche, basato sulla tecnologia Hoop. La situazione a Ragusa è invece più avanzata: lo stabilimento, che produceva polietilene, è considerato chiuso e dal primo gennaio del 2025 è iniziato lo smantellamento. Per questo sito, Eni sta valutando diversi progetti, tra cui un agri-hub per la raccolta di oli destinati alle bioraffinerie di Priolo e Gela, un centro avanzato per il riciclo delle plastiche, un polo di formazione per manutenzione e sicurezza, e un acceleratore per start-up nel settore chimico.