Aspettavano che gli autoarticolati carichi di pomodori prelevati nei campi arrivassero nello stabilimento di conservazione della Princes di Foggia, e mentre il veicolo aspettava per lo scarico si avvicinavano all'autista, che spesso è un padroncino, e gli chiedevano cinquanta euro, minacciando gravi danni al veicolo. Un metodo mafioso che ha mosso la stessa Antimafia di Bari nei confronti del clan dei Sinesi-Francavilla. Al termine dell'indagine, la Procura di Bari ha disposto l'arresto di sei persone con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Gli autisti che pagavano la tangente erano annotati, insieme al loro camion, nell'elenco degli "intoccabili", ossi di coloro che non dovevano subire danni o furti, secondo quanto ha dichiarato agli inquirenti una delle vittime dell'estorsione. Tutto accadeva in un clima di "intimidazione assoluta", come precisano i magistrati. Le estorsioni nella campagna dei pomodori non sono però una novità: già nel 1992 iniziò un'indagine chiamata racket del pomodoro, dove i criminali chiedevano mille lire per ogni quintale trasportato.
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