Dopo la Bulgaria, anche la Polonia ha annunciato che presenterà un ricorso alla Corte di Giustizia Europea contro alcuni provvedimenti del Primo Pacchetto Mobilità, che è stato definitivamente approvato dal Parlamento Europeo e che apporta diverse importanti modifiche alle norme sull’autotrasporto internazionale, con lo scopo di contrastare la concorrenza sleale, il cabotaggio abusivo e il dumping sociale degli autisti. Lo ha annunciato a metà luglio il ministro polacco dei Trasporti, Andrzej Adamczyk. Il suo esempio potrebbe essere presto seguito dalla Romania (dove le associazioni dell'autotrasporto stanno spingendo il Governo verso l’azione legale), dalla Lituania, sede di una delle più grandi flotte di autotrasporto europee, la Girteka Logistics, e dall'Ungheria, dove opera un altro colosso del trasporto merci su strada, Waberer’s.
Secondo un sondaggio svolto da Ineli, il 38% dei trasportatori polacchi vede le conseguenze del Primo Pacchetto Mobilità come la principale sfida che dovranno affrontare nei prossimi due anni e quelli che mostrano un atteggiamento negativo verso il provvedimento sono il 47%. Percentuali che hanno sicuramente contributo alla dichiarazione del ministro Adamczyk. La resa dei conti avverrà probabilmente in autunno, quando entreranno in vigore i primi provvedimenti del Pacchetto. Allora vedremo anche se i Paesi dell’Est si muoveranno individualmente oppure se affronteranno al questione in modo coordinato. Si hanno già notizie di colloqui in tal senso tra Polonia, Estonia, Lettonia e Malta.