Si conclude la vicenda dell'interdittiva antimafia applicata a dicembre 2020 dal Prefetto di Frosinone all’Autotrasporti Pigliacelli: lo stesso prefetto la ha revocata, ma ancora prima, a gennaio, il Tar del Lazio l’aveva sospesa accogliendo il ricorso della società laziale. La Prefettura aveva stabilito il provvedimento dopo alcune verifiche del Gruppo Interforze Antimafia secondo cui l’impresa avrebbe avuto rapporti con altri gruppi della provincia che a loro volta avevano ricevuto interdittive perché ritenute vicine al clan dei Casalesi. L’interdittiva consente alla società interessata di proseguire l’attività imprenditoriale, ma le impedisce di sottoscrivere contratti con la pubblica amministrazione. Nel spiegare la revoca, il Prefetto afferma che la società ha “eliminato i rapporti economici con i Casalesi”.
Nello stesso tempo il Prefetto Ignazio Portelli ha applicato l’interdittiva a un’altra impresa di autotrasporto (di cui non precisa il nome) che nella provincia di Frosinone ha solo uno stabile, senza esercitare l’attività. Il provvedimento scaturisce da informazioni provenienti dalla Campania, secondo cui la società sarebbe “legata a una delle peggiori famiglie camorristiche”. Il Prefetto conferma così la sua linea dura nei confronti d’imprese sospettate di essere contigue alla criminalità organizzata o comunque di mantenere con essa rapporti economici, che ha portato a numerose interdittive.