Il Governo non ha stanziato i fondi per l'Ilva, che erano stati assegnati dalla precedente legislatura, per coprire i costi di tre mesi di autotrasporto già sostenuti dai fornitori della società siderurgica per svolgere i servizi di trasporto, quindi dal 1° settembre i vettori non hanno le risorse per riempire i serbatoi di gasolio. "Sarà quindi l'autotrasporto a fermare l'Ilva", spiega Uggè, "perché i prodotti siderurgici resteranno fermi nei piazzali senza raggiungere i luoghi di destinazione". Il vice-presidente di Fai Conftrasporto sollecita quindi il Governo a "smettere di cincischiare, se non vuole che una realtà sempre più estesa di autotrasportatori assuma iniziative, anche in forma autonoma, difficilmente controllabili". Uggè ricorda anche al ministro competente che "in questa situazione si trovano molte imprese di autotrasporto che sono rappresentate in modo capillare su tutto il territorio dalle federazioni che compongono Unatras".
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