La complessa vicenda giudiziaria di Angelo Panzeri e della società Tipes ha compiuto un altro passo a favore dell’imprenditore dell’autotrasporto lecchese. A giugno 2020, il giudice delle udienze preliminari di Lecco, Paolo Salvatore, ha stabilito il non luogo a procedere, respingendo così la richiesta di processo avanzata dal pubblico ministero per la presunta appropriazione indebita di 60mila euro. Nel 2018, Panzeri era già astato assolto dall’accusa di frode fiscale perché il fatto non sussiste e l'anno successivo assolto anche per esterovestizione.
Questi due procedimenti penali sorgono dalla stessa inchiesta della Guardia di Finanza, che cinque anni fa ha accusato la Tipes di avere aperto società all’estero, tra cui la rumena Crisana, per attività di esterovestizione. I Finanzieri, e con loro l'Agenzia delle Entrate, hanno sostenuto che Panzeri abbia aperto la società rumena solamente per eludere le imposte, mentre l’imprenditore si è sempre difeso sostenendo che lo aveva fatto per continuare a servire importanti committenti nel settore siderurgico, che avevano delocalizzato la produzione in Romania.
Dopo l’indagine, alla Tipes sono arrivati verbali di accertamento per oltre trenta milioni di euro e nello stesso tempo l’impresa ha subito la crisi dell’Ilva, che ha causato insoluti per cinque milioni e mezzo. È iniziata così una lunga vicenda giudiziaria formata da ricorsi e denunce penali che non è ancora terminata. Intanto Panzeri ha affittato prima, e ceduto poi, la Tipes alla Cooperativa Paratori, che la gestisce tuttora. Questa vertenza giudiziaria ha finora coinvolto oltre venti persone tra commercialisti, avvocati e periti.