L’11 gennaio 2024 si è svolto a Roma l’incontro tra il Governo e i sindacati sul futuro dell’impianto siderurgico di Taranto, quello che dall’Ilva è passato ad ArcelorMittal e ora è nella mani di Acciaierie d’Italia. La delegazione governativa ha aggiornato le sigle sindacali sull'incontro avvenuto l’8 gennaio con il socio di maggioranza della società, che per ora resta ArcelorMittal. Lo scopo è mantenere l’attività produttiva, ma sulla questione non c’è ancora chiarezza.
In tale confusione, gli autotrasportatori che servono l’impianto hanno annunciato di proseguire fino al 19 gennaio il presidio iniziato il 2 gennaio per chiedere il pagamento delle fatture arretrate. La decisione è giunta al termine di un’assemblea organizzata da Casartigiani Taranto il 12 gennaio. I trasportatori hanno annunciato che se le fatture non saranno pagate entro il 19 gennaio, inizierà un fermo di cinque giorni.
A causa del mancato pagamento delle fatture arretrate, molte imprese di autotrasporto sono sull’orlo del fallimento. Ora gli autotrasportatori temono che ArcelorMittal esca da Acciaierie d’Italia, perché ciò significherebbe un’altra amministrazione straordinaria che, in concreto, potrebbe portare a una perdita del credito, come avvenne nel 2015. Casartigiani chiede, oltre al pagamento delle fatture, l’apertura di un Tavolo di confronto col Governo e l’istituzione di una clausola di salvaguardia per i crediti degli autotrasportatori.