È difficile ottenere informazioni precise sui fermi e le manifestazioni indette da alcune associazioni dell'autotrasporto russe contro l'aumento del pedaggio per i veicoli pesanti introdotto dal Governo su alcune vie di grande comunicazione. Le fonti ufficiali ignorano la protesta, i cui echi giungono da fonti indipendenti. Secondo Ndnews, la protesta si sta sviluppando soprattutto nel Daghestan, dove almeno 40mila imprese, soprattutto di piccole e medie dimensioni, hanno attuato presidi. La fonte ne segnala soprattutto a Manas, a circa 150 chilometri dalla frontiera con l'Azerbaïdjan.
Secondo la fonte, il Governo avrebbe inviato corpi speciali per sciogliere i presidi e ci sarebbero stati anche degli arresti e a Ekaterinbourg sarebbero intervenute anche macchine operatrici per isolare i camion dei manifestanti e impedire così che altri veicoli si aggiungano a loro. Altre manifestazioni si registrano in Inguscezia. In Russia basta un piccolo assembramento di persone per subire una denuncia di manifestazione non autorizzata e tale può essere considerato anche un assembramento di camion.
Il pedaggio telematico per veicoli pesanti Platon è entrato in vigore nel novembre 2015, per pagare la manutenzione e la costruzione d'infrastrutture, ed è stato subito contestato dagli autotrasportatori, tanto che il Governo ha ridotto l'importo previsto inizialmente. Inoltre, la riscossione è concessa a una società privata che fa capo a Igor Rottenberg, figlio di Arcadi Rottenberg, una persona molto vicina al presidente Putin.
Il 24 marzo 2017 è entrato in vigore un aumento del pedaggio chilometrico da 1,53 a 1,91 rubli al chilometro, riaccendendo la protesta degli autotrasportatori. Così, dal 27 marzo alcune associazioni dell'autotrasporto hanno proclamato un fermo nazionale a tempo indeterminato, che in realtà avviane soprattutto in alcuni Stati della Confederazione. Gli aderenti alla protesta usato la web-radio Zello per comunicare, che è stata bloccata nello Stato russo.
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