Nel primo trimestre del 2022 le tariffe europee dell’autotrasporto hanno raggiunto il massimo storico, secondo la rilevazione periodica svolta da Upply, TransportIntelligence e Iru. L’indice di riferimento è aumentato di 4,3 punti rispetto al trimestre precedente, raggiungendo il valore di 110,9 punti, e di 7,5 punti rispetto al primo trimestre del 2021. Alla base degli aumenti c’è la concomitanza di diversi fattori, tra cui spiccano l’aumento del costo del carburante, mediamente del 52,7% su base annua, l’applicazione del Primo Pacchetto Mobilità e la carenza di autisti.
Quest’ultima è stata aggravata dalla guerra in Ucraina e l’Iru stima che alla fine del 2021 ha raggiunto le 425mila unità, ma questo numero sarebbe già aumentato dal conflitto, che ha tolto dalle cabine dei camion conducenti ucraini e bielorussi. Nei Paesi dell’Unione operano circa 228mila autisti extracomunitari, molti dei quali provenienti da Ucraina e Bielorussia. L’aumento dei costi nasce anche dai nuovi provvedimenti del Primo Pacchetto Mobilità entrati in vigore a febbraio.
Per ora, quest’ultimo fattore ha ancora un impatto limitato, perché ventidue dei ventisette Paesi dell’Unione Europea mostrano ritardi nell’applicazione delle nuove norme, come ha denunciato anche la Commissione Europea. Ciò riguarda in particolare le novità sul distacco transnazionale degli autisti e quelle sulle regole di accesso alla professione di autotrasportatore. L'impatto di queste nuove regole sulle tariffe europee diventerà più chiaro nei trimestri successivi.
I ricercatori prevedono che i noli dell’autotrasporto aumenteranno per l’intero 2022 “poiché la volatilità dell'inflazione e le conseguenze della guerra in Ucraina continuano ad aumentare i costi, anche se quando l'inflazione prenderà piede la domanda complessiva potrebbe diminuire, alleviando la pressione al rialzo sulle tariffe”.
Thomas Larrieu, amministratore delegato di Upply, spiega che “il mercato europeo del trasporto merci su strada è stato segnato dal 2021 da una dinamica inflazionistica: i noli stanno gradualmente aumentando, e questa tendenza non mostra segni di attenuazione. Oltre ai fattori noti da diversi mesi (domanda dinamica con la riapertura delle economie post-Covid, aumento dei prezzi del carburante, pressione sulle capacità e carenza di autisti), c'è ora un parametro esogeno ai soliti problemi del settore: la guerra in Ucraina. Questo conflitto sta sconvolgendo le catene di approvvigionamento europee, influenzando la disponibilità di autisti e causando un'impennata senza precedenti dei costi del carburante. Nei prossimi mesi, possiamo aspettarci ulteriori aumenti dei costi di trasporto, che potrebbero alimentare un successivo aumento dei tassi. Tuttavia, l'impennata dei prezzi potrebbe essere contenuta da una stasi della domanda europea in risposta a una diffusa inflazione di beni e servizi".