La protesta dell’autotrasporto contro l’impennata del costo del gasolio, sorta in Sicilia e Puglia, sta estendendosi anche nell’Italia settentrionale, dove il 23 febbraio 2022 alcuni autotrasportatori hanno attivato un presidio davanti al porto di Ravenna, che prosegue anche oggi con lo slogan “Ravenna spegne i motori”. La mattina del 23 febbraio il presidio ha bloccato l’ingresso di San Vitale per qualche ora, causando lunghe file di automezzi e disagi anche al traffico automobilistico della città. Alle 6 del 24 febbraio sono apparsi tre presidi (pare concordati con la Questura) in una rotonda in zona Bassette, alla rotonda Sapir di San Vitale e sulla strada Classicana.
Proseguono le manifestazioni anche nel Centro e Sud Italia. A fondi gli autotrasportatori mantengono da alcuni giorni un presidio davanti al mercato ortofrutticolo, dove il 23 febbraio non sono stati caricato camion. Una situazione che secondo le associazioni Federagro e Assomercati starebbe favorendo le importazioni dalla Spagna, che non sono ancora toccate dalla protesta. Nella zona di Taranto alcuni camion sono fermi ai lati della Statale 106 e della Statale 100, rallentando il traffico, anche in questo caso con lo slogan “Taranto spegne i motori”. In Calabria si hanno notizie di presidi sulla Statale 280 in provincia di Catanzaro e di sit-in a Crotone, Pizzo Calabro e San Lucido, promossi dall’Associazione Imprese Trasportatori Calabresi.
In Sicilia, che è uno degli epicentri della protesta, prosegue il presidio al casello catanese di San Gregorio dell’autostrada Catania-Messina. La protesta procede a singhiozzo per non incorrere in sanzioni, non essendo autorizzata. Nell’isola cominciano a sentirsi le conseguenze sia nella filiera agricola, dove gli agrumi si accumulano perché non sono trasportati verso i mercati della Penisola, sia nella rete dei supermercati, dove si registrano carenze di alcuni prodotti.