A ottobre 2024 si è acceso il dibattito sulle accise del carburante, dopo gli annunci provenienti dai ministeri dell’Economia e dei Trasporti su una probabile “rimodulazione” che dovrebbe avvenire con la Legge di Bilancio del 2025. In concreto, come ha precisato il vice-ministro dei Trasporti Edoardo Rixi, l’accisa del gasolio potrebbe aumentare di un centesimo l’anno per i prossimi cinque anni e contestualmente diminuire della stessa cifra quella della benzina. Rixi ha anche aggiunto che l’aumento non varrà per l’autotrasporto.
Al momento attuale, si può presumere che quest’ultima dichiarazione del vice-ministro ai Trasporti si riferisca alla riduzione parziale dell’accisa già in vigore per le imprese di autotrasporto. Tale beneficio vale però solo per il gasolio usato dai veicoli industriali con massa complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate e mossi da motori Euro V ed Euro VI. Quindi sorge spontanea la domanda di quanti autotrasportatori potranno evitare l’aumento dell’accisa sul gasolio.
Questa è una valutazione difficile da fare, ma si può tentare una parziale stima usando i dati sul parco circolante diffusi dall’Albo degli Autotrasportatori sulla base delle immatricolazioni. Il primo passo è determinare quale sia l’entità del parco complessivo dei veicoli diesel, indipendentemente dalla massa, diviso per classe Euro. Secondo i dati della Motorizzazione, in Italia a ottobre 2023 (dato più recente diffuso dall’Albo) circolavano in Italia 4.894.379 veicoli per il trasporto delle merci.
Di questo parco totale, 1.421.761 veicoli (pari al 29% del totale) hanno motore Euro VI. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente sono aumentati del 16%. Altri 640.488 veicoli (pari al 13,1%) sono di classe Euro V, con una flessione dell’1,6% rispetto al 2022. Il resto del parco è così suddiviso: Euro IV 14,6% (-2%), Euro 3 15,2% (-2,85%), Euro 2 10,5% (-2,79%), Euro 1 5,2% (-2,27%) ed Euro Zero 12,3% (-3,91%). Quindi i veicoli industriali delle due classi euro che possono beneficiare della riduzione delle accise sono 2.062.249, ossia il 42,1% del totale.
Però da questo numero bisogna escludere i veicoli che hanno massa complessiva inferiore a 7,5 tonnellate, che non beneficiano della riduzione qualsiasi sia la loro classe euro. Qua il calcolo è più difficile, perché l’Albo considera tre categorie di peso: fino a 3,5 tonnellate, da 3,61 a 7,5 tonnellate e oltre 7,5 tonnellate. Quest’ultima categoria conta complessivamente 354.652 veicoli, ossia il 7,2% del totale. Di questi però solo quelli con motore Euro V ed Euro VI beneficiano della riduzione dell’accisa sul gasolio. Sono 306.541, ossia l’86,4% dei veicoli sopra 7,5 tonnellate e 6,5% di tutti i veicoli commerciali e industriali circolanti.
Mancano all’appello, tra i veicoli che beneficiano della riduzione dell’accisa, quelli che hanno la massa complessiva di 7,5 tonnellate, che nelle rilevazioni dell’Albo sono contati con quelli con massa da 3,5 e 7,5 tonnellate. Se consideriamo tutti i veicoli di tale fascia di peso con motore Euro V ed Euro VI, sono 33.443, ossia solo lo 0,7% del totale. Una percentuale comunque poco rilevante, di cui una parte rientra nel beneficio dell’accisa. Possiamo comunque affermare che i veicoli per il trasporto delle merci che beneficiano della riduzione delle accise sono meno dell’otto percento del totale.
Bisogna precisare che l’entità del parco è uno dei parametri per analizzare l’autotrasporto. Quando si parla di consumi di gasolio bisogna infatti considerare anche la percorrenza dei veicoli. Per esempio, prendendo due estremi, un autoarticolato che svolge trasporto di linea sulle lunghe distanze percorre annualmente più chilometri di un furgone che lavora sull’ultimo chilometro. E tutti i veicoli svolgono attività molto diverse. Al momento non ci risultano statistiche sui consumi divisi per categoria di peso e classe euro, però è molto probabile che da questo punto di vista la percentuale i veicoli sopra le 7,5 tonnellate con motore Euro V ed Euro VI sia superiore all’otto percento della loro incidenza nel parco complessivo. È certo che comunque non possono rappresentare da soli l’intero autotrasporto.