L'arresto di undici persone della cosca Pesce di Rosarno, che controllavano cinque aziende di autotrasporto nel settore ortofrutticolo, ha mostrato ancora una volta l'elevato inquinamento mafioso in questo settore del trasporto stradale. Un inquinamento che arriva fino al banco degli ortolani perché, secondo Coldiretti, i racket della gomma aumenta il prezzo di vendita di frutta e verdura.
In una nota diffusa il 4 aprile 2017, l'associazione degli agricoltori afferma che "le infiltrazioni della malavita nelle attività di autotrasporto soffocano l'imprenditoria onesta e distruggono la concorrenza e il libero mercato legale, con il risultato della moltiplicazione dei prezzi che per l'ortofrutta arrivano a triplicare dal campo alla tavola".
Secondo Coldiretti, l'operazione Recherche è "solo dell'ultima conferma dell'interesse della criminalità per il settore agroalimentare, dove le agromafie sviluppano un volume d'affari complessivo annuale che è salito a 21,8 miliardi di euro con un balzo del 30% nell'ultimo anno, secondo il quinto Rapporto #Agromafie2017".
La nota conclude sostenendo che "gli aspetti patologici dell'indotto agroalimentare, come la lievitazione dei prezzi di frutta e verdura, sono la conseguenza non solo dell'effetto dei monopoli, ma anche delle distorsioni e speculazioni dovute alle infiltrazioni della malavita nelle attività di intermediazione e trasporto mentre l'ortofrutta viene sottopagata agli agricoltori".
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