Il 28 aprile 2023 gli autisti del Gruppo polacco di autotrasporto Agmaz-Lukmaz-Imperia hanno concluso lo sciopero, dopo sei settimane di presidio nell’area di sosta tedesca di Gräfenhausen, lungo l’autostrada A5. Per qualche giorno, un gruppo di camionisti aveva presidiato anche l’area italiana di Sodobre, sull’A22 al confine con l’Austria. Gli autisti, quasi tutti immigrati dalla Georgia, dall’Ucraina e dall’Uzbekistan, chiedevano il pagamento degli arretrati e migliori condizioni di lavoro.
Nei primi giorni dello sciopero lo stesso titolare del raggruppamento di trasporto, Łukasz Mazur, cercò di recuperare i suoi veicoli arrivando a Gräfenhausen con altri autisti e una scorta paramilitare della società polacca Rutkowski Patrol, giunta sul posto anche con veicolo blindato. Ma la Polizia tedesca impedì quest’azione, dopo una breve colluttazione, arrestando anche per qualche ora l’imprenditore polacco e i paramilitari.
I sessanta camionisti che presidiavano l’area di Gräfenhausen hanno annunciato la fine della protesta dopo un accordo raggiunto con i vertici dell’azienda, grazie anche alla mediazione del sindacato olandese Fnv. La Fnv ha dichiarato che “questi autisti hanno mostrato alla Germania e all'Europa cosa sta succedendo nel settore. Sono stati trattati come animali dal loro datore di lavoro, hanno lottato come leoni e hanno vinto. Persone come loro stanno cambiando il settore".
Gli scioperanti hanno lasciato l’area di Gräfenhausen su autobus nel pomeriggio del 28 aprile, dopo avere verificato il pagamento, che ammonta a una cifra complessiva di 303mila euro. Pare che la svolta nella trattativa sia arrivata con l’intervento di un grande committente dell'autotrasportare polacco, che ha chiesto all’azienda risarcimenti per il mancato trasporto, pari a 100mila euro per ogni giorno. L’accordo prevede il completo pagamento degli arretrati, ma la protesta ha avuto un’eco internazionale e ha messo in luce, non certo positiva, le condizioni di lavoro nella Agmaz-Lukmaz-Imperia.
Durante la protesta, un esponente del sindacato tedesco Dgb, Stefan Körzell, ha invocato “conseguenze politiche” rispetto al comportamento della società polacca. “Con la loro azione, gli autisti hanno evidenziato le condizioni di lavoro di sfruttamento nel settore della logistica, che purtroppo non sono casi isolati, ma la regola nel settore della logistica europea”, egli ha dichiarato. “È quindi ancora più importante che gli autisti abbiano resistito alle pressioni e abbiano fatto valere le loro richieste di pagamento per il lavoro svolto. Il successo è stato garantito non solo dalla solidarietà ininterrotta tra gli autisti, ma anche nella regione, in Germania e a livello internazionale. La coesione paga e questo è stato confermato ancora una volta”.
Körzell chiede la “revoca immediata e permanente” dell’autorizzazione all’autotrasporto internazionale e il divieto d’ingresso in Germania dei componenti della milizia paramilitare intervenuta a Gräfenhausen. Egli ha aggiunto che “abbiamo bisogno di maggiori e più severi controlli da parte delle autorità competenti, da parte del Finanzkontrolle Schwarzarbeit (Controllo Finanziario del Lavoro Clandestino, Fks) e del Bundesamt für Logistik und Mobilität (Ufficio Federale per la Logistica e la Mobilità, Balm), al fine di far rispettare al più presto le richieste di salario minimo oltre i confini nazionali”.
Il sindacato chiede anche maggiore trasparenza nelle catene di fornitura e per farlo bisogna adottare documenti di trasporto digitali per tracciare le spedizioni lungo l’intera filiera logistica. “La responsabilità del contraente generale prevista dalla Legge sul salario minimo è forte. Abbiamo bisogno di questo tipo di responsabilità per tutti i reati contro la Legge sulla catena di approvvigionamento. Anche le società committenti hanno una responsabilità e devono poter essere ritenute responsabili delle inadempienze dei subappaltatori", ha concluso Körzell.