L’allungamento degli autoarticolati e degli autosnodati fino a 18 metri, attuato dal Decreto legge 121/2021 e già in vigore, sta provocando reazioni contrastanti tra le associazioni dell’autotrasporto, come mostrano i comunicati diffusi da Anita e Trasportounito. La prima è favorevole al provvedimento, che “apre una nuova era nel trasporto nazionale di merci”. Secondo l’associazione confindustriale, l’aumento della lunghezza, a parità di massa complessiva, permette di trasportare quattro pallet in più per ogni viaggio, riducendo i veicoli in circolazione e quindi le emissioni inquinanti. Raggiunto questo traguardo, il presidente di Anita, Thomas Baumgartner, punta a un ulteriore allungamento, fino a 25,5 metri: “Questa configurazione è già autorizzata in otto Paesi europei nella circolazione nazionale e che consente di ottimizzare ulteriormente la filiera, con un risparmio di autisti che, come noto, sono sempre più introvabili in Italia e all’estero. Ovviamente questi mezzi dovrebbero poter circolare solamente su una rete stradale e autostradale individuata e adatta che collega centri produttivi e logistici, interporti, terminali ferroviari e porti, senza entrare mai nei territori urbani”.
Sul versante opposto c’è Trasportounito, secondo cui il Governo sottovaluta i rischi in tema di sicurezza e le conseguenze economiche sull’autotrasporto. L’associazione individua tre punti: si complica l’uniformità con gli altri Paesi comunitari, non sono informati gli altri utenti della strada sulla maggiore lunghezza dei veicoli industriali e non è stato stimato l’aumento dei costi per l’autotrasporto per affrontare l’acquisito di nuovi semirimorchi.
Il segretario generale di Trasportounito, Maurizio Longo, non comprende i vantaggi di questo provvedimento “a parte i benefici per i produttori, in quanto registriamo un aumento del numero dei viaggi a vuoto e soprattutto la diminuzione dell’indice della percentuale media di ciascun carico”. Egli aggiunge che “le ripercussioni sul mercato dei servizi di trasporto saranno le medesime di quanto avvenuto nel passato (quando si passò dai 12,50 ai 13,60 metri), che produsse zero aumenti delle tariffe, indebitamenti ulteriori per l’acquisto dei nuovi veicoli e la svalutazione o rottamazione per i vecchi semirimorchi, ma all’epoca le condizioni economiche erano meno pressanti e la professionalità dei conducenti era ineccepibile”.
Il provvedimento è in vigore dal giorno successivo alla pubblicazione del Decreto in Gazzetta Ufficiale (ossia il 12 settembre 2021) ma l’intero testo deve essere ratificato dal Parlamento entro sessanta giorni e potrebbero apparire emendamenti. Bisogna quindi attendere novembre per sapere se questa misura sarà definitiva, oppure una meteora nell’autotrasporto italiano.