Prima di illustrare le richieste, l'Osservatorio genovese precisa che già prima del disastro del viadotto Polcevera l'autotrasporto soffriva a Genova, a causa di un mercato fatto di concorrenza sleale ed illegale che costringe le imprese a "offrire servizi con prezzi al limite della sopravvivenza e spesso al di sotto degli stessi costi". Una situazione che crea instabilità economica e riduzione della sicurezza stradale e dell'ambiente di lavoro. Il crollo del ponte Morandi ha peggiorato questa situazione e il settore dell'autotrasporto rischia il collasso.
Per affrontare questa crisi, l'Osservatorio ha elaborato alcune richieste per le imprese che operano a Genova, da attuare urgentemente. Alcune richieste riguardano i costi aziendali e consistono nella de-contribuzione per il personale dipendente, la sospensione dell'Iva fino alla normalizzazione, la riduzione in percentuale e diretta dei costi autostradali e il riconoscimento dei maggiori costi per l'eventuale inserimento di un secondo autista. L'Osservatorio auspica anche la copertura dei costi minimi di sicurezza dell'autotrasporto e chiede l'approvazione di una Legge speciale per Genova e il risarcimento dei danni diretti e indiretti.
Un secondo pacchetto di richieste riguarda invece gli aspetti operativi e la viabilità: aprire i varchi e dei terminal portuali dalle 4.00 alle 22.00 per distribuire il traffico pesante in un maggiore arco della giornata; migliorare le strutture dei terminal per eliminare i tempi di attesa inoperosi; sospendere alcuni divieti di transito per i veicoli industriali. Tali divieti riguardano via Molteni, via Avio, via Pacinotti e via Cornigliano. Ciò aprirebbe una viabilità alternativa che permette ai camion di raggiungere i parcheggi di Campi evitando l'attuale percorso tortuoso per chi proviene dal ponente. Inoltre, l'Osservatorio chiede di far viaggiare le sole motrici in via Borzoli fino alle cave di via Chiaravagna, permettendo così di operare alle imprese che lavorano per i cantieri del Terzo Valico.
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