Dopo le proteste che hanno paralizzato l’Europa all’inizio del 2024, la comunità agricola torna a farsi sentire ed annuncia una nuova mobilitazione in Polonia. Le manifestazioni inizieranno il 23 novembre 2024 presso la frontiera di Medyka, al confine ucraino, e potrebbero protrarsi fino alla fine dell’anno. Gli organizzatori, ovvero diverse associazioni di settore tra cui il sindacato Podkarpacka Oszukana Wieś fiancheggiato anche dagli esponenti del vecchio Governo, hanno comunicato che il blocco sarà attivo 24 ore su 24 e che il transito attraverso il valico sarà consentito solo ai mezzi di soccorso, ai veicoli militari e agli aiuti umanitari.
Il traffico dei veicoli industriali sarà invece totalmente fermato e si temono colonne chilometriche di camion in attesa. La data del 23 novembre non è casuale ma simbolica: esattamente un anno prima, proprio a Medyka, erano infatti iniziate le prime proteste congiunte di autotrasportatori e agricoltori, che avrebbero poi bloccato i confini tra Polonia e Ucraina per diversi mesi.
I nuovo blocchi saranno istituiti dopo il fallimento dei colloqui con il ministro dell’Agricoltura, accusato di non aver fornito alcun supporto ai contadini nonostante le diverse calamità naturali avvenute negli ultimi mesi. Il sud del Paese è stato infatti investito dall’uragano Boris, mentre altre zone sono state colpite da una grave siccità che ha compromesso pascoli e raccolti.
Le associazioni accusano inoltre il Governo di non aver rispettato gli accordi presi a inizio anno sulla riduzione delle imposte e lo stanziamento di fondi per i gli agricoltori ma sono anche contrari all’accordo UE-Mercosur sulla progressiva eliminazione dei dazi sui prodotti alimentari importati che, secondo il portavoce degli organizzatori Roman Kondrów, porterà in Europa tonnellate di cibo a buon mercato proveniente dal Sud America. Gli agricoltori protesteranno anche contro la concorrenza sleale dei prodotti agricoli ucraini, venduti a basso prezzo a causa dei minori costi della forza lavoro e delle agevolazioni concesse dall’Unione.
Al momento, gli autotrasportatori polacchi si sono detti contrari alla protesta e, attraverso le associazioni di settore, hanno invitato gli agricoltori a sospendere il blocco, ricordando i danni economici causati dalle proteste dello scorso anno. Da un rapporto condotto da Dsv, infatti, le perdite nel comparto trasporti causate dai precedenti scioperi hanno raggiunto i 175 milioni di pnl al giorno (circa 40 milioni di euro al cambio attuale).
“Non vogliamo assolutamente inimicarci gli agricoltori. Comprendiamo la loro disperazione, ma l'annuncio del blocco del passaggio a Medyka influenzerà principalmente l'industria del trasporto stradale internazionale. Per questo invitiamo loro a non privarci della possibilità di lavorare. I trasportatori stanno già attraversando una profonda crisi e questa protesta non farà altro che aggravare la situazione in un periodo, quello natalizio, che dovrebbe invece portare il tanto atteso aumento dei volumi”, ha affermato Anna Brzezińska, portavoce dell'Associazione dei trasportatori stradali internazionali (Zmpd). Anche il sindaco di Medyka si è dichiarato contrario alla protesta e, attraverso una delibera poi annullata dal Tribunale, ha cercato di ostacolare la manifestazione.
Se da un lato istituzioni e associazioni del trasporto stanno cercando di impedire un nuovo blocco al confine ucraino, dall’altro le proteste potrebbero nuovamente espandersi in tutta Europa. Gli agricoltori hanno infatti indetto nuove manifestazioni anche in Francia e Germania e sarebbe concreto il rischio che i disordini possano espandersi anche in altri Paesi.
Marco Martinelli